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Gb, chi è Starmer: da avvocato di Berlusconi a premier. Fa sognare Schlein & co, ma sposta i Labour a destra

starmer berlusconi

Un riformista moderato, che ha riportato i laburisti verso il centro dopo la stagione per loro politicamente drammatica della leadership del radicale Jeremy Corbyn. È questo Keir Starmer, il nuovo premier britannico. Re Carlo lo ha incaricato stamattina, subito dopo le dimissioni di Rishi Sunak. “Sir Keir ha accettato l’offerta di Sua Maestà e ha […]

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Un riformista moderato, che ha riportato i laburisti verso il centro dopo la stagione per loro politicamente drammatica della leadership del radicale Jeremy Corbyn. È questo Keir Starmer, il nuovo premier britannico. Re Carlo lo ha incaricato stamattina, subito dopo le dimissioni di Rishi Sunak. “Sir Keir ha accettato l’offerta di Sua Maestà e ha baciato la mano per la sua nomina a Primo Ministro e Primo Lord del Tesoro”, ha fatto sapere il suo portavoce dopo l’incontro col sovrano a Buckingham Palace. Starmer, neanche a dirlo, è subito diventato il nuovo idolo della sinistra nostrana, che lo ha indicato come paladino della riscossa d’area. Il suo profilo e il suo programma raccontano, però, una sinistra piuttosto lontana e talvolta lontanissima dalla deriva massimalista della nostra. E questo anche al netto del fatto che Starmer è stato uno dei legali di Silvio Berlusconi che hanno preparato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo nel 2021 contro gli effetti della legge Severino.

Chi è Keir Starmer: da avvocato di Berlusconi a premier laburista

Classe 1962, avvocato dei diritti umani, appassionato di calcio e tifoso dell’Arsenal, Starmer guida i Labour dal 2020, quando il partito era ai minimi storici per la svolta a sinistra di Corbyn. Da allora ha sempre lavorato per un ritorno alla moderazione, assicurando di voler mettere “il Paese al primo posto, il partito al secondo”. Un’impostazione che appare opposta a quella della sinistra nostrana. Anche lo stile delle sue prime battute da premier va in una direzione opposta a quella consueta per la sinistra italiana: annunciando la volontà di imprimere un cambiamento profondo al Paese, Starmer ha comunque voluto fare un esplicito ringraziamento a Rishi Sunak.  “Nessuno dovrebbe sottovalutare i suoi sforzi. Riconosciamo anche la dedizione e il duro lavoro fatto sotto la sua leadership”, ha detto.

Il “socialista” che crede nello Stato “facilitatore”

Contrario all’austerità, Starmer si dichiara socialista, ma il suo approccio e il suo programma sono molto orientati al sostegno del business e dell’impresa. “Crede che lo Stato debba essere un facilitatore e che debba essere presente come rete di sicurezza”, ha spiegato il professore di scienze politiche Tim Bale, dandone una definizione che lo avvicina più alla destra che alla sinistra. La sua storia personale, inoltre, lo caratterizza come un underdog d’Oltremanica: figlio della classe popolare – il padre era un artigiano, la madre un’infermiera – Starmer s’è fatto da sé, frequentando le scuole pubbliche migliori grazie al merito negli studi. Poi l’università a Leeds e la specializzazione a Oxford, che hanno dato slancio alla sua affermazione professionale. Sposato dal 2007 con una collega di origini ebraiche e padre di due figli adolescenti, Starmer è sempre stato in prima linea contro l’antisemitismo, ancora di più di fronte alle recrudescenze seguite all’attacco del 7 ottobre.

L’ostilità all’aumento delle tasse e il piano di lotta ai trafficanti di uomini

Dal punto di vista del programma, ciò che maggiormente sembra avvicinarlo alle istanze della sinistra come la conosciamo noi sono i temi ambientali. Su altri temi, dalle politiche fiscali a quelle migratorie, le distanze invece sono più marcate. Così marcate che il manifesto avverte: “Sarà Labour, ma i loro piani fanno paura. Non c’è niente da stare allegri“. Starmer, oltre a pensare allo stato come “facilitatore”, ha manifestato una certa ostilità per l’aumento delle tasse, anche con dei distinguo all’interno del partito, dove invece qualcuno ne è sedotto. Il programma ufficiale labour esclude l’aumento dell’imposta sul reddito, quello dei contributi previdenziali e dell’Iva e punta piuttosto ad aumentare le entrate pubbliche tramite la crescita. Per la sanità, che in Gran Bretagna come in Italia risente dei ritardi accumulati col Covid, il programma prevede il raggiungimento di due milioni di appuntamenti in più all’anno. Come? Con un’altra formula che suona familiare in Italia, e non certo grazie alla sinistra: incentivi al personale per lavorare di sera e nei festivi e maggiore coinvolgimento dei privati. Anche per il capitolo immigrazione le parole d’ordine sono poco familiari a Pd & co, sebbene abbia manifestato la volontà di abbandonare il piano di invii in Ruanda: investimenti in sicurezza per “sgominare” le bande di trafficanti e rimpatri per chi non ha diritto all’asilo.

Le congratulazioni di Giorgia Meloni: “Certa che continueremo a coltivare un rapporto di forte collaborazione”

“Le mie congratulazioni a Keir Starmer per la sua affermazione elettorale. Lo stato dei rapporti tra Italia e Regno Unito è eccellente e sono certa che continueremo a coltivare un rapporto di collaborazione forte e affidabile tra le nostre grandi Nazioni, nell’interesse dei nostri cittadini e in linea con gli obiettivi strategici comuni”, ha scritto su X Giorgia Meloni. Le premesse che questa “certezza” diventi presto realtà ci sono tutte.

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