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Palazzetti pieni come non accadeva dagli anni ’90: così l’effetto Caitlin Clark ha ridato appeal alla WNBA

Arene sold-out (o quasi) come non accadeva da quasi 30 anni, record di streaming e ascolti televisivi e social che impazziscono per lei. L’effetto Caitlin Clark sta rivoluzionando il mondo della WNBA, sotto tutti i punti di vista. 20,366 tifosi alla T-Mobile Arena di Mandala Bay per Las Vegas AcesIndiana Fever: era dal 1999 che non si registrava un dato così alto in una singola partita del campionato femminile di basket americano. Solo l’ultimo di alcuni primati frantumati e polverizzati dalla ragazzina di 22 anni più spettacolare della lega. Ma se la piccola stella riesce fomentare la folla con una sua tripla da 9 metri, già si accendono gelosie e prime rivalità nei suoi confronti.

Caitlin Clark, la ragazza dei record
Caitlin Clark fa vendere più biglietti di LeBron James. E non è una frase fatta, ma la pura realtà: contro le L.A. Sparks, infatti, sono stati 19.103 gli spettatori che hanno riempito la Crypto Arena, meglio dei Los Angeles Lakers fermi a quota 18.997. Tutti iniziano a parlare di lei sin dai tempi del college: con la maglia dell’Iowa, Clark segna 3.685 punti, battendo il record femminile che resisteva sin dal 1981 (riferimento ai 3.649 punti di Lynette Woodard) e anche quello maschile di Pete Maravich degli anni ’60 (3.677 punti). In una partita tra la sua università e Maryland – seguita, peraltro, da più di un milione e mezzo di spettatori in tv – l’emittente Fox aveva acceso una telecamera che seguiva solo Clark, come se fosse nella modalità giocatore del videogioco Nba 2k. Un incremento di sponsor e di ascolti televisivi che solo un talento generazionale come lei poteva creare: un effetto straripante che ha convinto (e per certi versi, obbligato) la Lega statunitense ad abolire le trasferte utilizzando voli normali di linea per le giocatrici. La quintuplicata popolarità in WNBA è solo una conseguenza di un successo in continua crescita: Clark è stata scelta alla prima chiamata del draft dalle Indiana Fever, la franchigia diventata polo gravitazionale dell’intero movimento cestistico femminile che gode di un aumento nelle vendite per il merchandising di oltre il 700% se sommato insieme a quello totale della WNBA. A soli 22 anni Clark firma migliaia di autografi e contratti da 28 milioni di dollari per Nike. E se trovare biglietti disponibili per i palazzetti è diventata una caccia al tesoro in pieno stile Willy Wonka, milioni di fan rimangono incollati al televisore di casa: dall’inizio della stagione, infatti, sono state garantite 36 dirette tv su 40 (comprese 10 su ABC, ESPN, ESPN2 e CBS, più altre su Prime Video e NBATV).


“È protetta dagli arbitri”
La questione è sempre la stessa. Chi ha successo e dimostra di essere il più forte (o il più influente) avrà sempre a che fare con qualche gelosia. Con chi non non aspetterà altro che un fallimento. Il talento e la grandezza di Clark non fanno eccezione, anzi la giocatrice delle Indiana Fever sta diventando divisiva. Alcune colleghe cestiste, durante la stagione, stanno mostrando un certo risentimento nei suoi confronti. Non solo a parole ma anche a fatti, come accaduto in diverse occasioni con falli ai limiti del consentito. Spintonata e insultata, sicuramente non ben vista da tutte. Angel Reese – sua rivale sin dai tempi del College – ha accusato Clark di essere protetta dagli arbitri. Un gioco, anche mediatico, al quale Caitlin per ora non vuole prender parte. Tutto quello che la riguarda diventa notizia, come la sua mancata convocazione negli Usa per le prossime Olimpiadi.

Gli anni Venti-Venti sono i nuovi Novanta
Se si dovesse tracciare una linea per indicare l’andamento della popolarità acquisita dalla WNBA (dalla sua creazione) si potrebbe vedere come da grande novità negli anni ’90 sia stata accantonata a “sport secondario” per gran parte del nuovo millennio. Fino a tornare in auge adesso grazie a Clark. C’è chi, come le Las Vegas Aces, ha dovuto trasferire il proprio campo base pur di poter giocare in un palazzetto più grande. Un impatto senza precedenti nella storia del basket femminile. Forse non la più forte, sicuramente la più speciale e popolare.

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