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Belluno, bufera sulla Fondazione Teatri: Ferigutti lascia

Terremoto nella Fondazione Teatri delle Dolomiti. Il presidente Massimo Ferigutti ha rassegnato le dimissioni, peraltro irrevocabili. A poco più di un anno dalla sua nomina, Ferigutti ha deciso di lasciare l’incarico. Sulle motivazioni che hanno portato a questa decisione vige però il massimo silenzio sia del sindaco Oscar De Pellegrin – che lo ha nominato nel maggio 2023 – sia dell’assessore comunale alla cultura Raffaele Addamiano. Anche le due consigliere all’interno della Fondazione preferiscono non rilasciare commenti.

La notizia, che per molti tra gli addetti ai lavori era nell’aria, ha fatto il giro velocemente della città. A parlare sono però alcune delle realtà culturali che operano a stretto contatto con la Fondazione Teatri e che ora sperano possa aprirsi una stagione nuova di condivisione e di più ampia considerazione di alcune proposte e attività anche innovative.

Il presidente del Circolo cultura e stampa, Luigino Boito, esprime «molto rispetto per una decisione unilaterale come quella delle dimissioni del presidente Ferigutti», poi guarda avanti: «Bisognerà cogliere questa occasione per rinforzare la Fondazione, facendovi entrare nuovi enti pubblici o privati come sostenitori. Ma prima di tutto bisognerà adeguare lo statuto e iscrivere la Fondazione nell’elenco regionale degli enti del terzo settore. Una volta compiute queste azioni, si potrà lavorare nei vari campi previsti per questo tipo di associazione». Boito non nasconde che la Fondazione «ha un ruolo importante per questa provincia, l’amministrazione avrà bisogno di un sostegno per camminare tutti insieme verso un obiettivo condiviso e rispettoso».

Il referente di SlowMachine, Rajeev Badhan, che all’inizio della stagione aveva polemizzato contro il taglio dell’80% delle risorse tanto che quest’anno ha portato in scena solo uno spettacolo, si augura che «il futuro del teatro bellunese e l’attività di SlowMachine possa esprimersi compiutamente. Spero che la prossima stagione abbia risorse adeguate e si possa ragionare anche su attività dal vivo all’interno della residenza teatrale». Cosa fare ora? «La via migliore a mio parere è fare un bando pubblico per trovare un direttore artistico, come succede in tutti i teatri, mentre la presidenza può restare al Comune come avviene per il teatro alla Scala», suggerisce Badham.

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