Traffico illecito di rifiuti nel trevigiano: più di 40 imputati a processo
È iniziato ieri mattina il processo ad oltre 40 imputati per un traffico illecito di rifiuti ferrosi scoperto 4 anni fa dai carabinieri forestali di Treviso, su cui la Dda di Venezia ha concentrato due anni di indagine. Ma per entrare nel vivo delle testimonianze bisognerà aspettare il 21 gennaio del prossimo anno quando inizieranno a sfilare i testimoni davanti al giudice Laura Contini.
È stata fissata anche un’udienza il 20 settembre ma servirà solo per conferire l’incarico ad un perito per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche. Il traffico illecito di rifiuti avrebbe avuto il suo centro nella Marca, in particolare tra Montebelluna dove, nel campo nomadi dei Salkanovic sulla Feltrina, vivono alcuni dei “conferitori” dei rifiuti, e Cornuda dove si trovava il fulcro dell’organizzazione.
Secondo il sostituto procuratore veneziano Federica Baccaglini i vertici dell’organizzazione avevano messo in piedi un sistema per gestire e trattare rifiuti ferrosi, anche pericolosi, senza verificare autorizzazioni e procedure. Uno dei centri in cui il materiale veniva raccolto e gestito abusivamente sono i capannoni della ditta Fornaci del Fagarè, a Cornuda, di cui le aziende al vertice del sistema avevano la disponibilità.
Di lì sono transitate in un anno, tra gennaio 2020 e gennaio 2021, 3.331 tonnellate di materiale che, secondo l’accusa, veniva trattato e miscelato come ferroso anche se di mezzo ci sarebbero finiti anche batterie esauste e Raee (rifiuti elettronici). Materiale che successivamente veniva ceduto, in modo illecito, ad altre imprese incaricate del recupero. Senza che venisse effettuata alcuna cernita, o svolte operazioni per l’effettivo recupero del metallo.
Per gli investigatori il materiale veniva conferito da una serie di imprese e di privati che sapevano di portare i rifiuti in un impianto privo di ogni autorizzazione. Ed è in questo gruppo che sono inseriti per esempio i Salkanivic, di Montebelluna, difesi dall’avvocato Paola Miotti. C’è poi un terzo gruppo di imputati, sempre composto sia da privati che da azienda, che invece quei rifiuti li prelevava dal capannone di Cornuda, e da un altro centro a Bassano, favorendo in questo modo, secondo la procura, il traffico illecito di rifiuti.
Tutti questi devono rispondere dell’organizzazione finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Mentre un altro gruppo di imputati è accusato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata. E sono persone che hanno consegnato dei rifiuti nei centro di Cornuda e di Bassano.
Ecco l’elenco degli imputati: Matteo Tronchin, Novella Basso, Francesco Verza, Gianfranco e Piergiorgio Livieri, Marino Fiorese, Lara Basso, Matteo Fusi, Giorgio Vendramin, Mirco Sartor, Beniamino La Fleur, Claudio Marano, Sabrina Husovic, Sabira Salkanovic, Luigi Fabbian, Enrico Visentin, Nicola Governini, Massimiliano Scarinzi, Danilo Bellini, Vasile Horj, Diego Buratto, Antonio Farronato, Davide Buratto, Leonard Haka, Maurizio e Alberto Munari, Hicham Khalil, Graziano De Bastiani, Diego Busatto, Diego Piccolo, Teodoro Bortolazzo, Michela Pernechele, Walter e Andrea e Slatko e Niko Salkanovic, Carlo Albini, Amerigo Luigi Fantinelli, Silvano Lucchesi, Marinella e Debora Hudorovic, Raphael Olumhense.