World News in Italian

Lavori in ritardo: la bretella non apre ai tir altri 6 mesi di camion in mezzo ai paesi

Ivrea

Assediati dai camion da prima di Natale, i sindaci aspettavano la riapertura della bretella Santhià-Ivrea ai mezzi pesanti per il 30 luglio. Invece la conclusione dei cantieri sul viadotto Camolesa arriverà non prima del prossimo inverno. Si allontana la parola fine per l’odissea dei centri abitati in cui i camion banditi dall’autostrada si perdono nella disperata ricerca di un percorso alternativo, un’odissea iniziata a dicembre fatta di danni a balconi e all’arredo urbano, manto stradale spaccato e cartelli divelti, disagi alla viabilità e sottoservizi che stanno letteralmente cedendo sotto il peso dei bisonti. Passeranno altri sei mesi, almeno. Il tratto che ancora a lungo sarà interessato dal divieto di circolazione ai mezzi con massa a pieno carico superiore alle 3.5 tonnellate, gli autobus e i veicoli aventi larghezza superiore a 2,40 metri, resta il ramo dell’interscambio di Santhià che da Milano porta in direzione Aosta, quello di Pavone che da Aosta porta verso Milano/Genova e il ramo dello svincolo di Albiano che da Albiano porta in direzione Milano/Genova. In attesa di una comunicazione ufficiale da parte di Ativa, alcuni sindaci si sono detti già pronti a chiedere «un incontro urgente alla prefettura per prossimi giorni», come la sindaca di Albiano Rosanna Tezzon. Intanto il consigliere regionale Pd Alberto Avetta porterà la questione all’attenzione del prossimo consiglio regionale, perché «la viabilità dei nostri piccoli Comuni non può reggere oltre la pressione del traffico pesante», sollecitando tanto Alberto Cirio quanto la Città metropolitana a «non subire passivamente questa situazione». Una comunicazione ufficiale ai sindaci ancora non c’è. Ma è Giovanni Ossola, presidente della concessionaria uscente Ativa, a confermare che per diversi mesi ancora la bretella non sarà transitabile dai tir. Con tutti i disagi conseguenti sui paesi.

L’alternativa allo studio

E se sul motivo del ritardo dei lavori Ossola dice poco o nulla («C’è sempre qualcuno in ritardo»), viceversa tiene a far sapere come Ativa stia valutando «soluzioni temporanee alternative tra di loro che consentano di mettere in atto una deviazione provvisoria da realizzarsi in affiancamento all'attuale viadotto, a monte della carreggiata in direzione Santhià. La deviazione provvisoria consentirà di ripristinare, su una carreggiata per senso di marcia, il collegamento autostradale senza limitazioni di transito ai mezzi pesanti, favorendo i collegamenti veloci con la Valle d'Aosta. Sono in corso le analisi legate all'impatto ambientale delle soluzioni tecniche disponibili».

Alla stagione sciistica 2024-25

La realizzazione «del bypass – prosegue Ossola – potrebbe avvenire in tempo per la stagione sciistica invernale, superando temporaneamente il problema del ritardo ministeriale circa l'approvazione del progetto, da tempo presso il Mit, dell'opera definitiva che verrà presumibilmente realizzata dal concessionario subentrante (i Dogliani ndr). Il traffico pesante, peraltro anch'esso limitato alla Valle d'Aosta a causa della chiusura del Monte Bianco, potrà comunque utilizzare i percorsi alternativi totalmente autostradali che comportano un modesto incremento chilometrico, utilizzando l'autostrada A4 fino a Torino per poi utilizzare la A5 e il nuovo ponte Chiusella che non ha alcuna limitazione di traffico, essendo di nuova realizzazione. Ativa, al fine di accelerare le problematiche di natura autorizzativa, si sta coordinando con le prefetture e le presidenze delle Regioni Valle d'Aosta e Piemonte. Per ora resta tutto così com’è, ma cercheremo di anticipare».

«Siamo alle solite»

«Se si prospetta un ritardo così lungo– interviene Avetta – significa che il ritardo stesso era ben prevedibile. Siamo alle solite. Un concessionario autostradale ormai in dismissione e una partecipazione pubblica (quella della ex Provincia) depotenziata a ruolo di mero spettatore. Mi auguro che il sindaco metropolitano Lo Russo e il presidente Cirio non intendano subire passivamente questa situazione. Solleverò il problema al primo consiglio regionale e faremo fronte comune con i sindaci e con le nostre comunità».

Con una lettera inviata il 16 febbraio al presidente Cirio, i sindaci di Albiano, Cossano, Caravino e Settimo Rottaro avevano chiesto a Regione, Città metropolitana e Prefettura un incontro per intervenire sui problemi di sicurezza stradale nati in seguito alla chiusura ai mezzi pesanti della bretella. Nonostante un’ordinanza vietasse esplicitamente ai mezzi sopra le 3,5 tonnellate di passare all’interno degli abitati, infatti, nei 4 paesi firmatari gli incidenti causati del transito dei tir erano all’ordine del giorno. E avanti così sino ad oggi. «Per un periodo sembrava che le cose andassero meglio – spiega Tezzon da Albiano – Poi la Valle D’Aosta era intervenuta perché si formavano code chilometriche a causa degli sciatori di ritorno dalla montagna, così era stato deciso di riaprire e mettere il filtro ad Albiano». L’ordinanza di gennaio di Ativa, visti i problemi e le violazioni continue, era stata rafforzata a febbraio da una un’ordinanza prefettizia, con multe fino a 1.735 euro e la sospensione della patente per i tir che transitano sulla bretella, non essendo il viadotto Camolesa in grado di sopportarne il peso. Erano stati aumentati i controlli della stradale, e posti restringimenti alle uscite dei caselli, come ad Albiano.

Fognatura ko a Borgomasino

Provvedimenti non risolutivi, come raccontano a mesi di distanza i sindaci. Un assetto stradale allo stremo, dice Antonella Pasquale, sindaca di Borgomasino: «Le strade non reggono più, complici le piogge continue, le buche stanno diventando voragini. Noi siamo forse nella situazione peggiore. Ci troviamo sull’unica strada che collega Cigliano (quindi la provincia di Vercelli) a Ivrea, i tir devono per forza passare in paese perché non esiste circonvallazione: sotto i cubetti, ho le fognature con i sifoni già tutti rotti, da sostituire, e lo si sente dai cattivi odori. La Smat dovrebbe occuparsene, ma essendo la strada provinciale, mi dicono che i lavori li deve pagare il Comune. Assurdo. Per altro non ho la forza economica di rimettere a posto i danni provocati su una strada provinciale».

Читайте на 123ru.net