World News in Italian

Addio all’ingegnere Berutti in prima linea per gli ultimi

Ivrea

Si è spento mercoledì 3, all’età di 81 anni, Giorgio Berutti, ingegnere olivettiano in pensione, anima del volontariato eporediese e colonna portante del terzo settore, primo presidente della Fondazione della casa dell’ospitalità. A darne il triste annuncio la moglie Bianca Marrè Brunenghi, insieme a figli e familiari, così come le associazioni del terzo settore per le quali tanto si è prodigato in vita. Era l'anno 1971 e l'allora vescovo Luigi Bettazzi non era arrivato da molto in città, quando decise di fondare la Casa dell'ospitalità, in via Burolo 41/C, in uno spazio della diocesi. Era la casa di chi non ha: non ha buona salute, non ha affetti, non ha l'assistenza a cui avrebbe diritto.

Un progetto innovativo di convivenza sociale, tra i primi tre in Italia a ricevere gli obiettori di coscienza, che negli anni è diventato prima un'associazione, poi nel 2012 una Fondazione e una cooperativa sociale, anche grazie al tanto lavoro fatto proprio da Giorgio Berutti, che della Casa dell’ospitalità fu presidente, nel solco tracciato dall’eredità del vescovo Bettazzi. Una casa che oggi accoglie utenti psichiatrici dall'Asl ed è riconosciuta come comunità, dove gli ospiti vivono assieme, lavorano, creano e si curano, e che ha attivato negli anni una fitta rete di volontari che partecipano e organizzano le attività con gli ospiti. Un impegno, quello di Berutti, mai venuto meno e sempre disinteressato, che nel 2015 lo portò, insieme ai colleghi Ottava Mermoz, Giovanni Trione ed Elidio Viglio a diventare consigliere all’interno del consiglio d’amministrazione di Fondazione di comunità del Canavese, da sempre impegnata nello sviluppo della cultura del dono e nel sostegno, mediante le risorse raccolte sul territorio, allo sviluppo e all’innovazione del welfare locale. Fu attivo anche nell’ambito dell’accoglienza ai profughi, e nel 2012, come parte del comitato accoglienza, insieme alla collega Marika Ceretto, si occupò dell’emergenza dei migranti alloggiati all'hotel Ritz di Banchette. «Non hanno voluto venire in Italia o a Banchette; in Libia lavoravano finché sono stati espulsi – spiegava Berutti a chiunque allora chiedesse della situazione –. Sono in attesa di conoscere il loro destino, ma la maggior parte delle domande di asilo verrà respinta. Senza un permesso di soggiorno potrebbero cadere preda di gente senza scrupoli. Questa è un'eventualità che sarebbe deleteria per tutti». Una volontà di essere sempre vicini ai più fragili, ispirata dai valori del vescovo Bettazzi. Valori che Giorgio Berutti non smise mai di portare avanti. «Abbiamo una missione sociale e il volontariato è il perno del nostro esistere – sosteneva Berutti –. Chiunque ha la possibilità di dare qualcosa oggi alla propria società, dovrebbe farlo, perché un domani gli verrà restituito».

Читайте на 123ru.net