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Rapisce la ex e il figlio di 5 anni: Ardair accusato di violenza sessuale

Non è mai riuscito ad andare oltre. Tari Ardair, 33 anni residente a Silea, nel Trevigiano, aveva alle spalle una relazione di un anno e mezzo con la 26enne prima di sequestrarla insieme al figlio di 5 anni. La donna nel frattempo si era sposata e aveva avuto un figlio dal marito. Eppure Ardair, evidentemente, non si arrendeva, tanto che nel 2022 venne denunciato dalla giovane, oltre che per stalking e tentata violenza privata, anche per violenza sessuale.

Durante la relazione - stando alle accuse - lui picchiava la donna frequentemente; quando poi lei ha deciso di lasciarlo, Ardair ha iniziato a vessarla con messaggi e minacce. Per la contestazione di violenza sessuale, il 33enne è stato prosciolto «perché il fatto non sussiste», per gli altri due reati è stato invece condannato nel luglio 2023 a un anno e otto mesi di detenzione: pena che deve scontare ai domiciliari.

Ossessione e condanna

I mesi passano e nel novembre 2023 l’uomo viene identificato fuori dalla sua abitazione dalle forze dell’ordine: scatta quindi l’arresto e il 33enne è costretto a scontare la rimanente condanna dietro alle sbarre, nel carcere di Santa Bona, a Treviso.

In aprile viene scarcerato: in sede di giudizio di secondo grado la pena è infatti convertita in lavori socialmente utili, e il primo maggio Ardair torna ufficialmente in libertà. Su di lui continua a pendere la misura restrittiva di non avvicinamento alla 26enne che lui stesso aveva già vessato, e per cui è stato appunto condannato per stalking e tentata violenza.

Nel frattempo però non ha mollato le sue mire sulla donna. Le circostanze dell’arresto per il sequestro di venerdì scorso hanno portato elementi che fanno sospettare agli inquirenti l’aggravante della premeditazione. Non è chiaro quali fossero le reali intenzioni di Ardair, ma si sospetta che l’agguato si sarebbe concluso in tragedia se non ci fosse stato il pronto allarme del marito, nonché l’immediato e fulmineo intervento dei carabinieri.

Il piano e il sequestro

Ardair da alcune settimane spiava le auto della donna e del marito, utilizzando due congegni Gps. Venerdì 5 luglio l’uomo nota che lei è fuori casa, e fa scattare la trappola. Bracca la 26enne fino a quando non la vede fermarsi davanti all’asilo del bambino. Puntandole un coltello alla gola, Ardair la costringe a sedersi sul sedile del passeggero mentre lui si mette alla guida: nel sedile posteriore si trova invece ancora il figlio di 5 anni. Nel frattempo il marito da casa di fronte alla prolungata assenza della compagna si allarma e chiama il 112.

Risponde la sala operativa dei carabinieri di Cittadella. «Mia moglie mi ha detto che va tutto bene, ma dalla voce ho capito che c’è qualcosa che non va», spiega il marito all’operatore della sala operativa. Segue un botta e risposta col centralino. «Mia moglie ha un coltello alla gola, Ardair mi ha detto di chiamarvi e dirvi che è tutto ok. Dice che se vede i carabinieri ammazza mia moglie e il bambino», spiega il marito. L’operatore del centralino avvisa che i soccorsi sono in azione. «Adesso mandiamo una macchina», rassicura il carabiniere. «Io sono sempre in diretta con loro, se riuscite rintracciate il numero», risponde il marito. «Sì, adesso proviamo a fare anche quello», conclude il militare.

La fuga

Intorno alle 10, Ardair inizia la folle corsa verso nord con in auto i suoi due ostaggi: mamma e bambino. Il sequestratore attraversa Castelfranco Veneto (Treviso), Bassano del Grappa (Vicenza) e quindi imbocca la Valsugana. Nel frattempo il 33enne contatta il marito, gli ordina di comprare delle fascette e di farsi trovare in una piazzola di sosta a Grigno (Trento) legato in auto. I carabinieri, nel frattempo, individuano l’auto del sequestratore grazie alle intercettazioni dei cellulari: inizia il lungo pedinamento.

Blitz e salvataggio

L’auto in fuga raggiunge la provincia autonoma di Trento. Nel frattempo il marito arriva alla piazzola di sosta di Grigno, e poco dopo sopraggiunge anche quella con gli ostaggi. I carabinieri sono appostati poco distante, e con due auto seguono il rapitore.

Quando l’auto con i tre passeggeri si ferma, i militari intervengono estraendo di forza Ardair dal sedile guidatore e soccorrendo la donna e il bambino sotto shock. Non è chiaro quali potessero essere le intenzioni del sequestratore: non si esclude l’ipotesi di un omicidio suicidio.

Ardair, ora in carcere a Trento, oggi avrà l’interrogatorio di convalida della misura cautelare. Nei prossimi giorni invece potrebbe già essere trasferito a Padova, dove sarà a disposizione dell’autorità giudiziaria. Assistito dall’avvocato Sara Scattolin, dovrà rispondere di sequestro di persona e di minore, violenza privata e la violazione del divieto di avvicinamento alla 26enne.

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