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Francia, il premier Attal si dimette. Il leader dei socialisti: “Entro la settimana il candidato del Fronte popolare alla guida del governo”

Come annunciato già domenica sera dopo i risultati del secondo turno delle legislative, alle 11:15 il premier francese Gabriel Attal consegnerà la lettera di dimissioni al presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Un passaggio obbligato dopo l’elezione della nuova Assemblea nazionale, con il venire meno della maggioranza che gli aveva votato la fiducia. Ora Macron dovrà affidare un nuovo incarico per formare il governo, e la coalizione di sinistra, che ha ottenuto la maggioranza relativa, si aspetta di riceverlo: “Il presidente ha il dovere di chiamare il Nuovo fronte popolare a governare”, ha detto da subito il leader, Jean-Luc Mélenchon. L’alleanza dovrà “essere in grado di presentare entro la settimana una candidatura”, ha aggiunto lunedì Olivier Faure, segretario del Partito socialista, che compone la coalizione insieme a La France Insoumise di Mélenchon, agli ecologisti e ai comunisti. Se la scelta non avverrà per consenso, ha spiegato, dovrà esserci “necessariamente un voto” per individuare il nome.

Difficilmente però un premier dell’area Mélenchon potrebbe ottenere la fiducia dei centristi in Parlamento: una delle ipotesi sul tavolo è un governo di grande coalizione tra Ensemble (la coalizione di Macron), i socialisti e repubblicani, tagliando fuori sia il Rassemblement National (l’estrema destra di Marine Le Pen) sia l’area più radicale del Fronte popolare. A definire questo scenario “possibile” in un’intervista alla radio pubblica France Inter è Francois Bayrou, leader del centrista Movimento democratico, uno dei partiti che sostenevano il governo uscente: i partiti che compongono il Nuovo fronte popolare, dice, hanno “atteggiamenti e scelte politiche incompatibili tra loro”.

A Parigi la festa per la vittoria della sinistra è sfociata in una notte di scontri tra manifestanti, black bloc e polizia in Place de la République, dove si è radunata la folla antifascista dopo i primi exit poll. Le prime cariche sono state ordinate nei confronti di gruppi di individui incappucciati che, a quel che riferisce Le Figaro, cercavano di provocare gli agenti. Sono stati dati alle fiamme arredi urbani e lanciati fuochi d’artificio e altri oggetti contro i poliziotti, che hanno risposto con gas lacrimogeni. Gruppi di manifestanti, inoltre, sono stati respinti dopo aver tentato di forzare l’ingresso di un grande magazzino di elettrodomestici e prodotti informatici. Incidenti anche in altre città del Paese: a Rennes i manifestanti partiti in corteo verso il centro storico sono stati bloccati dalla polizia che ha sparato lacrimogeni in risposta al lancio di oggetti. Venticinque persone sono state arrestate. A Nantes gli agenti sono stati bersagliati da lanci di bottiglie: uno di loro è rimasto ustionato dopo che una molotov gli è esplosa vicino.

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