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Il report dell’Istituto Oncologico Veneto: «Diagnosi più precoci assicurano cure efficaci»  

I volumi di attività dell’Istituto Oncologico Veneto continuano ad aumentare. Un trend ormai consolidato che ne certifica il dinamismo in tutti gli ambiti di intervento. Crescono i ricoveri così come le prestazioni ambulatoriali, gli interventi chirurgici come le terapie, chemio e radio.

Senza trascurare la ricerca, clinica e traslazionale, che insieme all’assistenza e alla cura è la missione dell’Irccs.

Da qualche mese è cambiata anche la guida dello Iov: Maria Giuseppina Bonavina, infatti, è succeduta alla direzione generale a Patrizia Benini. Un ritorno “a casa” per Bonavina, che fino a tre anni fa dello Iov era stata direttore sanitario. Nei giorni scorsi è stata firmata la delibera con la Relazione della performance per l’anno 2023 ed è in questo corposo documento che troviamo conferma dell’ottima salute di cui gode l’istituto Oncologico Veneto.

La struttura

Lo Iov ha complessivamente 206 posti letto, di cui 120 nella sede padovana e 86 in quella di Castelfranco, dove sono stati attivati anche sei posti letto di Hospice. La dotazione del personale a fine 2023 si è attestata a 1.358 unità, il 5% in più rispetto all’anno precedente quando erano 1.293.

All’incremento di volumi dell’attività di ricovero e specialistica corrisponde necessariamente un aumento del suo valore: l’anno scorso si è chiuso con un più 12,8%, superando i 100 milioni di euro su un totale del valore della produzione di 233, 9 milioni. Il bilancio si è chiuso con un avanzo di 221 mila euro.

L’attività

I trattamenti chemioterapici sono passati da 51.151 a 57.242 con un incremento del 12%: hanno coinvolto nel 2023 6.945 pazienti, 600 in più rispetto all’anno precedente. Radiologia e Senologia hanno eseguito 80.212 prestazioni, 6 mila in più del 2022. I trattamenti radioterapici sono stati nel 2023 48.944, oltre 3 mila in più rispetto ai dodici mesi precedenti, interessando 3.105 pazienti, 252 in più.

Decisa accelerazione sugli screening per la ricerca del papillomavirus, passati da 36.791 a 42.678, con un aumento del 16%. Anche le sale operatorie hanno lavorato di più: complessivamente gli interventi chirurgici sono stati 6.746, 552 in più rispetto all’anno precedente. Un importante incremento lo ha registrato la chirurgia robotica, passata da 461 a 517 interventi, segnando un più 12%.

Conseguente alla maggiore attività in sala operatoria è l’aumento dei ricoveri: 7.662 quelli ordinari, più 12%, e 1.507 quelli diurni, più 4,7%. Le prestazioni ambulatoriali sono aumentate in tutte le sedi Iov: a Padova sono salite da 695 mila quasi 750 mila, a Castelfranco da 91.400 a quasi 96 mila e a Schiavonia da 34.600 a oltre 37 mila.

Lo Iov conferma e rafforza anche la sua attrattività per pazienti di altre regioni: su 6.945 pazienti totali, nel 2023 l’8% arrivava da fuori Veneto, nel 2022 la percentuale era al 7,6. Durante la pandemia da Covid 19 lo Iov ha attivato diversi canali di Telemedicina, riuscendo così a non interrompere visite, controlli e consulenze con i pazienti, limitando gli spostamenti.

E la Telemedicina continua a essere uno strumento importante per affiancare la Medicina tradizionale: nel 2023 le prestazioni sono state 2.029, 600 in più rispetto all’anno precedente.

La ricerca

L’attività di ricerca dell’Istituto Oncologico Veneto registra una costante crescita nell’ultimo decennio, sia sul fronte del numero di pubblicazioni che nel valore di Impact Factor, indice bibliometrico creato dal Ministero della Salute per distribuire in modo equo i fondi di ricerca.

L’anno scorso lo Iov ha collezionato 347 pubblicazioni, erano state 302 l’anno prima. L’Impact Factor è salito da 1.762 a 1.903. Anche gli studi clinici hanno il segno più: nel 2023 ne erano attivi 622, di cui 348 sperimentali, 137 osservazionali, 82 traslazionali e 55 di altre tipologie.

Più diagnosi e cure

«L’aumento dell’attività e dei pazienti si spiega da una parte con un’attrattività sempre maggiore del nostro istituto» commenta il dg Maria Giuseppina Bonavina, «ma anche con il fatto che le diagnosi sempre più accurate consentono di individuare un numero maggiore di tumori e in fase sempre più precoce: questo consente cure più efficaci, meno mortalità, e più pazienti che rimangono in follow up».

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