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Fondi di confine per la pista da bob, De Carlo dice sì: «Opera strategica»

L’intervista

Francesco Dal Mas

I Fondi dei Comuni di Confine vanno resi disponibili per ogni possibile progetto, che sia condiviso. Quindi anche per la pista di bob, rappresentando una legacy ormai certa, al di là del dibattito in corso. Però su temi così delicati, non vi possono essere imposizioni dall’alto, ma scelte condivise con il territorio. Lo dice chiaro e tondo il senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione sanatoriale per l’agricoltura e le attività produttive.

De Carlo – che abbiamo incontrato a margine dell’inaugurazione dell’iniziativa “Trenobicibus” – è ben consapevole delle resistenze che ancora ci sono, da parte di tanti sindaci, sull’utilizzo di risorse del Fcc per la gestione futura della pista di bob. Sa bene anche delle remore del presidente del Comitato Fcc, Dario Bond, considerata l’impraticabilità attuale del Fondo per motivi statutari (i contributi non possono essere adoperati per la spesa corrente). Ma chiede che si faccia uno sforzo di comprensione, “da tutte le parti”, per uscire dall’impasse. – Resta un problema la copertura delle spese di gestione della pista di bob e slittino dopo il 2026. Si tratta di circa un milione e mezzo di euro.

Si potrà dunque attingere dal Fondo dei Comuni di Confine, riformando ovviamente lo Statuto?

«Rispondo con un ragionamento generale. È vero o no che oggi un territorio ha fondi limitati a sua disposizione per incrementare il suo sviluppo? Bene, io credo che tutte le risorse a disposizione possano essere utilizzate su obiettivi specifici a condizione che ci sia la condivisione di tutto il territorio. Ripeto, è indispensabile che ci sia la concertazione».

Il territorio, però, non capisce perché i Fondi di Confine, finalizzati al riequilibrio dello sviluppo nei territorio di frontiera, debbano essere utilizzati per la pista di bob, come sta scritto nel Bollettino ufficiale della Regione Veneto, numero 65 del 21/05/2024.

«Ribadisco che su partite importanti come questa il territorio deve essere assolutamente coinvolto. Perché dev’essere messo in grado di capire l’importanza di avere strutture sportive, talvolta strategiche come nel caso di Cortina. Scelte calate dall’alto danno più fastidio se non sono puntualmente spiegate».

In effetti, dal presidente del Fondo, Bond, a tanti sindaci, a una parte della Provincia, la contrarietà è netta. “La forma non va bene perché ci si trova a contribuire attraverso il Fondo senza che ci sia stata una comunicazione” ha protestato Bond.

«Appunto. Qualche sindaco è contrario perché non è stato messo nelle condizioni di capire. Se ci fosse stata concertazione dall’inizio anche gli amministratori più scettici si sarebbero resi conto che riuscire a mantenere attive strutture così importanti anche dopo le Olimpiadi è fondamentale. Come farlo è un ragionamento che deve fare tutto il territorio senza imposizioni dall’alto. Insomma, i sindaci non devono percepire che con le proprie risorse qualche altro decide di investire diversamente».  

È già successo? Da parte di chi?

«Se qualcuno l’ha fatto se ne prenderà le responsabilità davanti ai sindaci».

Ha nel mirino la giunta regionale?

«Non punto il dito contro nessuno. Io dico che la legacy della pista di bob c’è. Dico anche che bisogna mantenere le strutture, i fondi sono limitati, è necessario trovare la condivisione di tutto il territorio. Se caliamo dall’alto scelte come questa, troveremo sempre qualcuno che dice che non va bene».

Lei resta convinto della bontà della scelta olimpica?

«Ovviamente sì. E non solo perché altrimenti non avremmo potuto contare su un miliardo e mezzo di investimenti. Le Olimpiadi sono un’opportunità straordinaria per il bellunese».

Dopo i ministri Abodi e Salvini, quando arriverà a Cortina la presidente Meloni?

«Senz’altro per le Olimpiadi. Auspicabilmente insieme al presidente Mattarella. Non so se riuscirà a trovare il tempo per un sopralluogo preventivo. So però che ha tutto sotto controllo, da Roma. E che quindi non manca il suo sostegno».

Dopo le Olimpiadi, arriverà a Calalzo e quindi a Cortina il Treno delle Dolomiti?

«Il Treno delle Dolomiti? Non mi sembra che ci sia molta voglia di proseguire su questa strada. C’è scarsa utenza, anche per i nuovi collegamenti che già ci sono».

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