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Strage Bologna, giudici in camera di consiglio nel processo d’Appello a Bellini. Lui: “Se fossi stato implicato avrei confessato”

Strage Bologna, giudici in camera di consiglio nel processo d’Appello a Bellini. Lui: “Se fossi stato implicato avrei confessato”

La Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, si è ritirata in camera di consiglio per pronunciare la sentenza nei confronti di Paolo Bellini, ex membro del gruppo terrorista nero Avanguardia Nazionale, accusato di essere uno degli esecutori della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna (in concorso con gli […]

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La Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, si è ritirata in camera di consiglio per pronunciare la sentenza nei confronti di Paolo Bellini, ex membro del gruppo terrorista nero Avanguardia Nazionale, accusato di essere uno degli esecutori della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna (in concorso con gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini) e già condannato all’ergastolo in primo grado nell’aprile 2022. Imputati nello stesso processo anche l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio e condannato in primo grado a sei anni, e l’ex amministratore di condominio romano Domenico Catracchia, condannato a quattro anni per false informazioni al pm. La Procura generale ha chiesto la conferma delle pene inflitte dalla Corte d’Assise. La pronuncia del dispositivo è attesa nel pomeriggio.

Terminato il dibattimento, prima che i giudici si ritirassero, Segatel e Bellini hanno rilasciato dichiarazioni spontanee: quest’ultimo in particolare ha parlato per quasi tre ore, saltando da un argomento all’altro in modo piuttosto confuso. “Se fossi stato implicato nella strage lo avrei confessato, non mi sarebbe cambiato nulla, il marchio di stragista mi era già stato affisso dai giornali e dalla comunicazione giudiziaria. L’influenza della stampa su fatti eclatanti è questo, il marchio a fuoco me lo hanno messo”, ha detto. “Io nei nove mesi di collaborazione con la giustizia ho confessato reati che altrimenti non avrebbero mai scoperto. Io ho collaborato spontaneamente e nessuno sapeva, e parto dal primo reato commesso, quello di Alceste Campanile (militante di Lotta Continua ucciso nel 1975, ndr) che tiro fuori per liberarmi la coscienza e potevo anche non dirlo”.

Nella sua arringa Bellini ha fatto riferimento anche alle stragi del ’92 e del ’93, per cui è indagato a Firenze e a Caltanissetta. “Anche oggi sono stato chiamato in due procedimenti, in uno in qualità di collaboratore, non posso dire altro per rispetto dei magistrati. Gli atti riguardanti le stragi del ’92 e del ’93: è noto perché andai in Sicilia, per il recupero crediti che facevo. E io dovevo recuperare tre miliardi, in Sicilia se non hai le spalle coperte vai a fare il concime per gli agrumi”. Poi ha chiesto di risentire l’ex moglie Patrizia Bonini, che ha fatto crollare il suo alibi riconoscendolo in un video girato in stazione dopo l’esplosione della bomba: “Sono sicuro che messa di fronte all’evidenza delle mie dichiarazioni dirà la verità”. A maggio dell’anno scorso Bellini è stato arrestato – e si trova ancora in custodia cautelare in carcere – proprio per aver minacciato l’ex moglie, nonché il figlio del giudice Francesco Maria Caruso, presidente della Corte d’Assise che in primo grado lo ha condannato all’ergastolo.

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