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Tre italiani ai quarti di finale a Wimbledon: l’Italia continua a mietere record e il mondo ci invidia

Per la prima volta nella storia del tennis italiano, il nostro Paese è rappresentato da tre persone nei due tabelloni di quarti di finale. Da una parte, ieri, ci è arrivato Jannik Sinner, dall’altra Jasmine Paolini, e oggi a loro si è aggiunto Lorenzo Musetti tra gli uomini. Un panorama, questo, che testimonia il momento molto felice sia del tennis italiano che dei considerati giocatori in tema di erba.

E non si sta più parlando, ormai, di qualcosa di isolato, di da tenere dentro una teca perché potrebbe essere unico. Ormai dal 2021 abbiamo almeno una volta almeno un azzurro sempre in semifinale Slam: quello fu l’anno di Matteo Berrettini in finale a Wimbledon. Poi, nel 2022, giunsero lo stesso romano agli Australian Open e Martina Trevisan al Roland Garros. Nel 2023 è toccato a Jannik Sinner a Wimbledon, e lo stesso altoatesino è esploso definitivamente nel 2024: vittoria a Melbourne, semifinale a Parigi. Il tutto con, sempre nella capitale francese, l’ascesa da finalista di Jasmine Paolini.

Ora sono in tre a poter cercare l’assalto alla semifinale, un fatto già di per sé rarissimo per gli italiani ai Championships e mai neanche verificatosi al femminile. Una situazione per la quale, pochi anni fa, si sarebbe pagato tantissimo affinché si potesse anche solo sognare. C’erano state delle ere sia al maschile che al femminile: il tempo di Nicola Pietrangeli, quello di Adriano Panatta e poi, più di recente, la parabola di Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Sara Errani e Roberta Vinci, tutte in grado di segnare delle annate 2008-2016 da storia pura del tennis femminile italiano.

Adesso si sta verificando una specie di tempesta perfetta. Sinner è numero 1 del mondo, Paolini viaggia per il numero 6 e può attaccare anche il quinto posto, e anche Musetti ha preso in mano la situazione da par suo. La stagione sui prati lo aveva consacrato tra i più pericolosi da affrontare su questa superficie, e il modo nel quale si è presentato ai quarti lo conferma. Ma di questo parleremo tra poco.

Iniziamo, infatti, da Sinner, che non ha propriamente avuto il tabellone dei sogni davanti a sé. Superato subito il tedesco Yannick Hanfmann in quattro set, si è dovuto inerpicare non poco per avere ragione di Matteo Berrettini in un derby di altissimo valore tecnico. Con il serbo Miomir Kecmanovic è entrata in campo la modalità “non voglio perdere tempo”, mentre con Ben Shelton è stato fino a un certo punto facile sfruttare sforzi e deficit tattici dell’americano.

Per quel che riguarda invece Musetti, il premio riguarda la capacità mentale di cambiare strada dopo fasi non semplici. Si è ripreso dopo un set e mezzo difficile con il francese Constant Lestienne, ha rimesso in piedi uno svantaggio di due set a uno con Luciano Darderi, anche con l’argentino Francisco Comesaña, tra pioggia e fasi alterne in campo, ha saputo tirar fuori il meglio cammin facendo, mentre oggi più semplicemente ha aspettato che calasse un minimo il transalpino Giovanni Mpetshi Perricard per saltare letteralmente sopra tutte le sue palle.

Infine, Paolini. Un cammino inizialmente col freno a mano tirato, il suo, tant’è che la spagnola Sara Sorribes Tormo le ha dato più fastidio del previsto, mentre il successo con la belga Greet Minnen valeva perché effettivamente lei può dar fastidio su questi campi. Dimostrazione di forza vera, quella messa in scena battendo di nuovo la canadese Bianca Andreescu in condizioni meno congeniali, e poi la sfida con Madison Keys. Bella, molto bella, e anche per certi versi maledetta la partita con l’americana finché non sono arrivati i di lei brutti guai fisici che l’hanno portata a dover salutare il torneo. Non si sa come sarebbe andata in condizioni normali, ma l’aria di potenziale nuova rimonta c’era comunque. E, in ogni caso, Jasmine i quarti li ha ben più che meritati.

Adesso per tutti loro le cose diventano inevitabilmente complesse. Sinner avrà Daniil Medvedev, prima volta sull’erba, con l’intento di confermare un parziale aperto di 5-0 nelle vittorie (e di pareggiare i precedenti a 6-6). Musetti, invece, attende uno tra Fritz e Zverev: partirà sfavorito in entrambi i casi, ma potrà giocarsi senz’altro le sue chance. Paolini, infine, dovrà ribaltare il trend negativo con Emma Navarro, solo che l’americana è in crescita verticale e non si può valutare questo confronto con la classifica.

In tutti i casi, un dato è chiaro: la scuola italiana è oramai oggetto di studio in tutto il mondo tennistico per come stanno spuntando talenti sopra altri talenti. Tutti diversi, ma in ampio numero. Il nostro Paese è destinato a ritrovarsi con il numero 1 mondiale e un altro top 20 a livello ATP, con una giocatrice in piena corsa per entrare nelle prime 5 nella WTA e, oltretutto, con doppi al vertice nelle Race e non solo. Un quadro completo che, anche data la proiezione a breve termine (Parigi 2024), non può che far piacere.

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