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Nelle puntate precedenti di Meta-SIAE: cosa aveva detto AGCM e cosa aveva confermato il TAR

Da marzo 2023, la questione sta andando avanti a colpi di carte bollate. E quando la soluzione sembrava alla portata, ecco il colpo di scena

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Un anno e mezzo sul filo dello streaming musicale. C’è stato davvero un susseguirsi di azioni e colpi di scena che ha reso la contesa Meta-SIAE una sorta di thriller che ancora non ha un finale scritto. Come i nostri lettori ricorderanno, abbiamo parlato per la prima volta della questione quando – come un fulmine a ciel sereno – erano scomparsi tutti i brani musicali tutelati dalla SIAE dalla libreria audio di Meta. Del resto, la trattativa sulle royalties che SIAE e Meta stavano portando avanti era stata abbastanza riservata (ancora adesso non si conoscono le cifre esatte di quello che l’azienda Big Tech corrisponde alla Società italiana autori ed editori per l’utilizzo delle tracce musicali), dunque anche la decisione di Meta di rinunciare al catalogo SIAE aveva colto di sorpresa tutti, sia utenti, sia content creator. Eravamo a marzo 2023 ed è stato da quel momento che si può partire per fare un riepilogo dell’affare Meta-SIAE.

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Riepilogo Meta-SIAE, le tappe della vicenda

Si è arrivati così, ad aprile 2023, dopo quasi un mese di sospensione della musica e di richieste da parte della SIAE che voleva un compenso sulla base del traffico generato dall’ascolto dei suoi brani e dal loro utilizzo sulla piattaforma. A quel punto l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva chiesto alle due parti di riprendere le trattative, anche in virtù di una possibile situazione di abuso di posizione dominante da parte di Meta. La teoria dell’antitrust era che, vista la dipendenza della SIAE dall’utilizzo di Meta dei suoi brani, quest’ultima stesse approfittando di questa situazione per strappare delle condizioni più favorevoli per proseguire con il servizio.

Questo presupposto aveva fatto sì che Meta e SIAE si sedessero intorno a un tavolo e trovassero un accordo provvisorio che – tra una cosa e l’altra – è stato più volte prorogato, fino ad arrivare al 2024. Nel frattempo, è partito l’iter giudiziario, con Meta che aveva dapprima fatto ricorso al Tar del Lazio: quest’ultimo non aveva fatto altro che confermare il punto di vista dell’AGCM. Il passo successivo è stato quello di un ricorso al Consiglio di Stato che, qualche giorno fa, ha emesso una sentenza che ha ribaltato completamente i termini della questione.

Ora, infatti, è Meta a trattare da una posizione di forza. Sicuramente, SIAE potrà portare avanti la questione fino in Cassazione, ma – prima di prendere questa decisione – bisogna fare i conti con un’altra data: il 31 agosto 2024. È a questo punto che si concluderanno gli accordi transitori: una data spartiacque che potrebbe significare, ancora una volta, l’estromissione dei brani SIAE dalla piattaforma audio di Meta o – in alternativa – un proseguimento del rapporto, basato però su pretese più basse da parte della Società italiana autori ed editori. A meno che, ovviamente, la Cassazione non faccia piombare sulla vicenda l’ennesimo colpo di scena.

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