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Taser tolto ai vigili di Pavia, sottosegretario della Lega attacca il Comune

PAVIA. Lo stop al taser per la polizia locale diventa un caso politico, con la giunta del sindaco Michele Lissia (Pd) che tiene il punto mentre Nicola Molteni (Lega) sottosegretario al ministero dell’interno parla di «decisione ideologica e non politica». Pavia è stato il primo capoluogo in Regione ad adottare la pistola non letale che trasmette una scarica elettrica attravesro una coppia di dardi per neutralizzare soggetti pericolosi immobilizzandoli. I taser in dotazione sono due, forniti ad altrettante pattuglie di pronto intervento operative su tre turni. Dodici gli operatori e le operatrici formati all’uso.

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«Decisione ideologica»

«Una decisione ideologica e politica che priva di uno strumento di tutela e di deterrenza gli operatori della sicurezza» afferma Molteni, che ad aprile di ha partecipato al “taglio del nastro” della sperimentazione voluta dalla giunta di Fabrizio Fracassi (Lega). Tre mesi dopo, il neoassessore alla Polizia locale Rodolfo Faldini (Facciamo centro) ha sospeso l’uso del taser in via temporanea, puntando sulla prevenzione del disagio sociale per scongiurare eventuali esplosioni di violenza.

Ma Molteni replica: «Il taser è già in dotazione alle forze di polizia nazionale così come a diverse polizie locali. Ritengo la tutela della sicurezza un servizio e un diritto che non deve seguire logiche politiche e che va perseguito con convinzione, utilizzando anche strumenti innovativi come l’arma a impulsi elettrici: uno strumento di offesa bensì di difesa, di sicurezza e non di violenza a tutela dell’incolumità di chi garantisce la sicurezza delle nostre città».

Faldini tiene il punto: «Esistono altre soluzioni per tutelare agenti e dei cittadini – afferma – come la prevenzione, che è uno dei pilastri della nostra idea di sicurezza. Il taser solleva perplessità, specie per i potenziali rischi per le persone dalla salute precaria che ne subiscono la scarica».

Il taser – già in uso alle polizie di diversi Stati – ha generato controversie: l’Onu l’ha paragonato a uno strumento di tortura, mentre Amnesty Italia si è più volte scagliata contro il suo utilizzo. Svariati report e articoli di media statunitensi (dove le regole d’ingaggio per la pistola elettrica sono differenti) ne hanno messo in dubbio la non letalità, specie se rivolta contro persone con problemi di salute.

«Un dispositivo che ha ancora dei lati oscuri – conclude Faldini – ecco perché abbiamo optato per la sospensione». Il sindaco Lissia aggiunge: «L’amministrazione precedente ha basato il suo successo elettorale sul tema della sicurezza fallendo miseramente, tanto che oggi la città è percepita come più insicura. Noi vogliamo agire tramite politiche sociali e presidio costante del territorio per garantire la tranquillità, di concerto con questura e prefettura: le persone ci hanno votato per questo. Non è questione di ideologia, ma due taser in dotazione a un corpo di 77 agenti non credo possano cambiare gli equilibri».

In consiglio

«Questi strumenti fungono da difesa per gli operatori di polizia locale che sono addestrati ad un uso prudente. La decisione della giunta affrettata, figlia dell’ideologia che già emerge dalle prime settimane di amministrazione Lissia» afferma il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Daniele Comini e Maria Eugenia Marchetti (Lega) dicono: «Un fallimento da parte dell’assessore Faldini, che si è piegato alla politica degli ideologici». Soddisfazione, invece, da parte di Alleanza Verdi-Sinistra: «Introdurre il taser è stata una scelta scellerata: siamo soddisfatti per la condivisione di questa posizione da parte di tutta la giunta, esplicitata senza ambiguità con atti chiari e concreti» ha detto il consigliere Luca Testoni. —

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