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Le auto costano sempre di più e non si capisce perché



Comprare un’automobile nuova in Italia è sempre più costoso. Abbiamo speso 46 miliardi nel 2023, +22,3% rispetto al 2022. In media ci vogliono oggi quasi 29mila euro, contro i 21mila euro del 2019 (Centro Studi Fleet&Mobility). Un aumento del 37% in quattro anni. L’acquisto di una vettura nuova è quasi inavvicinabile e il trend di incremento dei prezzi continua da anni. “Ma nei prossimi mesi prevediamo che la situazione tornerà a normalizzarsi, con aumenti in linea con l’inflazione e non più con i balzi anomali cui abbiamo assistito dal 2019 in poi”, rassicura Pier Luigi Del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet&Mobility.

Nel 2023 sono state targate 1.590.610 vetture per una spesa totale di quasi 46 miliardi. La stessa cifra sborsata nel 2007 a fronte, però, di 2,5 milioni di veicoli immatricolati. In diciassette anni il prezzo medio, dunque, è passato da 18mila euro a quasi 29mila euro. Prima del Covid il costo medio si aggirava intorno ai 21mila euro. Oggi si spendono 8mila euro in più del pre-pandemia (+8,3%).
Auto sempre più care e quindi sempre più un bene di lusso. Sicuramente a influire sui listini ha giocato un ruolo fondamentale l’inflazione galoppante. “Abbiamo inoltre vissuto un periodo di carenza di componenti per la produzione. Oltre ai microchip a scarseggiare sono stati anche i cavi, prodotti in gran parte in Ucraina. Questa fase dovrebbe essere ormai finita, anche perché i volumi, in crescita, sono ancora lontani dai 2 milioni di auto che sono il livello minimo per il settore (nel 2019 eravamo a 1milione 916 mila)”, spiega Gian Primo Quagliano presidente Centro studi Promotor.

Il boom senza precedenti dei prezzi è stato dettato anche dalla crescente tecnologizzazione delle auto. Gli avanzati sistemi di assistenza alla guida (ADAS) e le nuove tecnologie di sicurezza e ambientali significano un incremento dei costi di produzione. ‘’Nello scorso decennio ha giocato un ruolo importante nell’aumento dei prezzi anche la transizione dei clienti verso i Suv. Essendo più alla moda e anche più ricchi di accessori e dotazioni i clienti erano disposti a pagarli di più. Ora questo fattore è più contenuto, ma resta il peso dell’inflazione, che è in calo e non a livelli drammatici, ma non è più certo quella strisciante del passato. E pesa anche l’obbligo dei costruttori di immatricolare un mix di auto elettriche e tradizionali. Dovendo fare margini e non potendo vendere tutte le vetture che i clienti chiedono, risulta meno necessario forzare i prezzi”, spiega Pier Luigi Del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet&Mobility. L’elettrico, che costa circa il 25% in più, ha impattato sui listini.

A rallentare la corsa dei prezzi dovrebbe esserci poi la fine della strozzatura in produzione. “Nel 2020-2021 le case produttrici si sono trovate ad avere più clienti rispetto alle macchine che erano in grado di produrre (per scarsità di materiale e ritardi nella produzione) e quindi sono stati cancellati tutti gli sconti e i chilometri zero. I clienti hanno aspettato macchine ordinate 18 mesi prima. Ovvio che i prezzi siano saliti”, continua il direttore del Centro Studi Fleet&Mobility. Ora sconti e chilometri zero stanno tornando e gli effetti sui prezzi in parte si notano, ma ancora troppo poco.

Tutto questo mentre il mercato cresce. A giugno si è registrato un +15% rispetto al 2023, guardando al primo semestre l’aumento è del 5,3% sull’anno precedente. Il buon risultato è dovuto però principalmente alle auto elettriche, spinte dagli incentivi. Mentre il costante incremento del settore “usato” (+9,3 primo semestre 2024 sul 2023) si spiega con il boom dei prezzi delle vetture nuove. Ma tanta richiesta di usato ha fatto lievitare anche i costi di questa fetta di mercato (+4,1% nel 2023).

Sempre più caro dunque comprare una vettura nuova, ma ci sono segnali di ottimismo per i prossimi mesi per le famiglie italiane. I privati pesano il 52% del mercato a fronte del 55% in volume. “Il parco circolante italiano conta 40milioni e 800 mila vetture circolanti su una popolazione inferiore a 60milioni e con 21 milioni di famiglie (senza contare che ci sono molti nuclei familiari composti da una sola persona anziana). Possiamo dire che ci sono circa due macchine a famiglia in Italia”, conclude Gian Primo Quagliano presidente Centro studi Promotor. Un lusso, se i prezzi non si fermano.

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