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Strage fascista di Bologna del 2 agosto 1980: qualcuno chiederà scusa per decenni di depistaggi e revisionismo?

La sentenza della Corte d’Appello sulla strage di Bologna, che conferma l’ergastolo all’esponente di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini rappresenta un altro passo verso la verità giudiziaria ma anche storico-politica della strage del 2 agosto.

Una strage fascista con mandanti esponenti della P2 e pezzi dello Stato che aveva come obiettivo ancora una volta la destabilizzazione del nostro ordine Costituzionale come premessa di una svolta autoritaria.

Niente di nuovo dal piano Solo del 1964 (che fu cosa diversa ma che rispondeva a quella concezione) passando per il piano di Rinascita democratica della P2 di Licio Gelli, i vari tentativi golpisti e proseguito negli anni attraverso vari tentativi di sovvertire o picconare la Costituzione democratica, repubblicana e antifascista non più con la violenza ma con lo sdoganamento politico del fascisti, con il revisionismo storico e con l’abbondante uso della menzogna.

Visto che i documenti abbondano non sarebbe male scrivere un saggio o un libro sulla continuità tra i depistaggi di Licio Gelli sulla strage di Bologna e il successivo tentativo revisionista attraverso la costruzione di false piste andato avanti fino a ieri e che forse – spero di sbagliarmi – continuerà anche da domani a dispetto dell’evidenza dei fatti.

In commissione Stragi e anche in commissione MItrokhin ne abbiamo viste delle belle, ossia delle brutte.

Al 2 agosto non manca molto. Quel giorno capiremo se saremo ancora costretti a difendere la verità da nuovi depistaggi e se i nipotini di Licio Gelli e della P2 e i neo-fascisti di ieri e di oggi tenteranno qualche nuova spallata revisionista. Oggi molti sono soddisfatti. Ma occhi aperti e – come si diceva un tempo – vigilanza democratica.

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