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Wimbledon, il mea culpa di Rune: “Djokovic ha gestito meglio la pressione”

Dichiarazioni dannatamente schiette quelle rilasciate dal danese: "Giocare sul centrale è come disputare un altro torneo..."

Della sconfitta rimediata da Holger Rune contro Novak Djokovic (3-6 4-6 2-6), ne abbiamo già parlato abbondantemente. Il talento danese ha commesso troppi errori nelle fasi importanti del match. Attimi di appannamento che ne hanno compromesso la buona riuscita dell’incontro. Piuttosto lucida, invece, la sua analisi nel corso della conferenza post gara.

Ciao Holger, è stata dura oggi…
Sì, ho iniziato molto lentamente. Pensavo che Novak stesse giocando in modo estremamente preciso. E’ stato migliore di me oggi. Devo dargli atto. Non sono stato abbastanza lucido nei colpi e nel servizio in generale. Contro un giocatore così non posso permettermi una partenza così lenta.

Hai una spiegazione per questo?
Ha vinto i Set molto più facilmente rispetto al sottoscritto. Non è proprio un dettaglio ideale, ma a volte può succedere. Non riuscivo a trovare il mio ritmo. Penso di averlo fatto dopo il 3-0, quando ho iniziato a servire un po’ meglio. Insomma, non è la fine del mondo il primo Set giocato in quella maniera. Anche a Bercy ho perso il primo Set 6-3 e poi ho vinto la finale… non ho giocato bene oggi. Questo è tutto. Diciamo che Novak ha gestito la pressione meglio di me. Ecco perché ha 24 titoli Slam.”

Novak, in seguito, ha dichiarato che il pubblico è come se gli avesse mancato un po’ di rispetto. Gridavano il tuo nome, succede spesso. Ritieni che qualcuno abbia oltrepassato il limite?
Beh, tutto è iniziato agli US Open la prima volta che ci siamo affrontati quando avevo 18 anni o qualcosa del genere. Stavano gridando il mio nome. Sembrava un po’ come “buu”. Ci siamo incontrati molte altre volte, ma più in Italia e in Francia, dove non pronunciano il mio nome allo stesso modo (sorride). Ora siamo in Inghilterra. Sì, voglio dire, se non sai cosa stava succedendo, probabilmente suonava come “buu”. Ma sappiamo tutti cosa è successo. Stavano urlando il mio nome.

Pensi che stasera la differenza fra te e Novak l’abbia fatta la superficie di gioco?
Il Campo Centrale è estremamente diverso dagli altri campi. Voglio dire, così diverso che, onestamente, è come se fosse un altro torneo. Il rimbalzo si fermava molto di più, non attraversava molto il campo. Sì, era semplicemente molto diverso. Ho giocato i primi turni sul campo 18, ma poi ho giocato sul campo 1. Anche il campo 1 era molto diverso. Ovviamente, non si tratta di una scusa per giustificare la sconfitta. Ho dovuto adattarmi un po’. All’inizio è stato molto difficile per me trovare il mio ritmo...”

Hai percepito qualcosa di diverso nel modo in cui Novak ha giocato contro di te, indipendentemente dalla superficie?
Beh sì, voglio dire, cambierà sempre. Trova sempre un nuovo modo per rendere le cose più difficili all’avversario. Oggi mi ha fatto spiazzato abbastanza con i suoi colpi. Devo essere onesto. Mi stavo muovendo molto indietro rispetto alla linea di fondo. Questo è merito suo. È stato davvero preciso. Inoltre sono rimasto più deluso dalla qualità dei miei scatti. Non penso che stavo davvero giocando, come faccio durante gli allenamenti, come ho fatto il resto delle volte in cui l’ho affrontato. Mi sono trattenuto un po’. I nervi, si sa, non hanno sentito la palla come avrei voluto. Ancora una volta, ho avuto abbastanza tempo per trovare il mio ritmo, e non ci sono riuscito.

Come ti sei sentito sull’erba in generale? Parecchi giocatori sono scivolati, altri si sono infortunati…
Sì, una cosa a cui non avevo pensato è che il campo centrale non era molto scivoloso per me. Penso di essere scivolato una sola volta, ma non sono caduto, il che è positivo perché penso di essere caduto poche volte. Diciamo che mi è andata bene. Ho visto Grigor (Dimitrov) scivolare. Anche Zverev. Molti giocatori hanno avuto questo tipo di problema. Ma sì, voglio dire, è un campo in erba. Una superficie diversa da tutte le altre. Si tratta solo di adattare i tuoi movimenti. Passare dalla terra all’erba è un gran cambiamento e occorre tempo per adattarsi.”

Hai detto che avresti dovuto concentrarti di più sui turni di servizio. Cosa miglioreresti?
A volte serve un po’ di fortuna. Se mi fossi concentrato di più sul servizio e se fossi riuscito a trattenerlo qualche volta in più, forse gli avrei messo più pressione. Ma penso che il mio obiettivo fosse quello di variare molto il servizio perché Djokovic è uno dei migliori, se non il migliore, in risposta, di tutti i tempi. Colpisce in modo molto netto, quasi chirurgico. Si tratta di mescolare il ritmo, la velocità e tutto il resto. Ma sì, non sentivo il servizio così bene come prima…”

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