È morto Giorgio Carpenedo, medico di base e collezionista di foto
foto da Quotidiani locali
È mancato lo scorso venerdì 5 luglio all’età di 76 anni Giorgio Carpenedo, medico in pensione e appassionato collezionista di fotografie di una Padova che non c’è più. Il funerale si celebra mercoledì 10 luglio mattina alle 10.30 nella Basilica di Santa Giustina. Ha lasciato la moglie Virginia, i figli Sara e Davide, oltre a Maria con Enzo.
Originario di Bassano del Grappa dove aveva frequentato il liceo classico “Gian Battista Brocchi”, Carpenedo si era laureato in Medicina e chirurgia all’Università di Padova nel 1972. Per 33 anni, fino alla fine del 2011, aveva lavorato a Pontelongo come medico di famiglia, diventando un vero e proprio punto di riferimento per la comunità.
«È venuto a mancare dopo anni di malattia affrontata con grande dignità» ha annunciato nelle ore scorse Lisa Bregantin, sindaca di Pontelongo che attraverso i social ha voluto rendere partecipe il paese del lutto, «era un uomo dal grande spirito di servizio. Il dottor Carpenedo era l’uomo del “buon mattino” in ambulatorio, della conoscenza personale di ciascun assistito, della professionalità ad ogni ora del giorno. Uomo e medico sempre presente nella comunità con discrezione ed educazione. Ogni altra parola sarebbe superflua. Unitamente all’amministrazione comunale e alla comunità pontelongana, lo ricordiamo con grande affetto e gratitudine».
Insomma, un medico d’altri tempi che aveva da subito lasciato un grande vuoto a Pontelongo quando aveva chiuso l’ambulatorio vicino all’ufficio postale. Ambulatorio dove si recava già alle prime ore del mattino e con qualsiasi tempo atmosferico.
Un professionista d’altri tempi, che conosceva i propri pazienti per nome, sempre gentile e che sapeva ascoltare con attenzione. Una volta andato in quiescenza, vissuta in famiglia e con grande discrezione e riservatezza, si era poi dedicato alla sua grande passione di raccolta e catalogazione di foto storiche.
Era molto attivo sui social, specie sulla pagina Facebook “La Vecchia Padova” dove postava con orgoglio la sua sconfinata collezione di foto d’epoca che immortalano frammenti quotidiani di Padova – e della vita dei padovani– in bianco e nero.