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“Sui sentieri dei forti tra Veneto e Trentino” in edicola con i nostri giornali

“Sui sentieri dei forti tra Veneto e Trentino” in edicola con i nostri giornali

foto da Quotidiani locali

Dopo la cessione del Veneto all’Italia nel 1866, l’impero austroungarico era riuscito a mantenere una linea di confine facilmente difendibile e una porta aperta verso l’Italia: il saliente trentino, incuneato tra l'Adige e il Brenta, era una punta di lancia che minacciava la pianura lombardo-veneta. Sull’altopiano di Asiago, in particolare, pochi chilometri separavano gli austriaci dalla pianura padana.

Il generale Conrad von Hötzendorf diede inizio a un possente progetto di fortificazione degli altopiani: una moderna cintura di opere difensive in cemento e acciaio. Sette fortezze sorsero tra la val Sugana (altopiano di Asiago) e la val Terragnolo (altopiano di Serrada): i forti di Cima Vezzena, Verle, Luserna, Belvedere (oggi Museo della Grande Guerra), Cherle, Sommo Alto e, più possente di tutti, Dosso delle Somme.

Nello stesso tempo, anche da parte italiana vennero fortificati gli altopiani con batterie armate con potenti cannoni da 149 mm sotto cupola corazzata. Per contrastare i sette forti imperiali, furono costruiti tre forti in prima linea, due sull’altopiano di Asiago (Verena e Campolongo) e uno, mai ultimato, su quello di Serrada (Campomolon).

Altri due chiudevano nelle retrovie la valle dell’Astico, il forte Ratti nella bassa valle e il forte Corbin, sul ciglio dell’altopiano a nord del monte Cengio. Nel settore orientale due forti sorvegliavano dall’alto la val Sugana (forte Lisser e forte Cima del Campo) e uno la val Cismon (forte Cima di Lan), mentre a ovest il vecchio forte Maso e il nuovissimo forte Enna proteggevano la val Leogra e le valli del Pasubio.

Soprattutto i forti austriaci di prima linea furono interessati dagli assalti portati dall'esercito italiano tra il maggio e l'agosto 1915, ma pur subendo gravi danni (soprattutto dai proietti da oltre 400 kg dell’obice italiano da 305, in grado di perforare cupole e soffitti), la loro struttura rinforzata permise di limitare le perdite e di respingere tutti gli assalti delle fanterie italiane, che subirono perdite sanguinose senza riuscire a conquistarli, nonostante l'impeto e l'eroismo dei soldati.

Oggi, sui sentieri e sulle strade che portano ai forti degli altopiani non si combatte più, e le sagome delle grandi fortificazioni italiane e austroungariche s'inseriscono in un panorama splendido, meta privilegiata di altrettante escursioni sui sentieri della storia. Percorsi adatti a ogni camminatore, in un ambiente di eccezionale valore paesaggistico, reso ancor più emozionante dal ricordo – ancora concreto, percepibile – dei fatti d'arme della Grande Guerra, ricordati da cippi commemorativi e spesso da restauri che hanno reso fruibili le strutture fortificate.

Sui sentieri dei forti propone 13 straordinarie escursioni tra storia e natura; per ogni itinerario, il volume descrive con puntualità i percorsi, con cartine dedicate, e riporta tutte le informazioni per la visita delle fortificazioni: piantine delle opere, percorsi di scoperta e il racconto degli epici fatti bellici che li hanno visti protagonisti.

Sinossi

Un’inedita selezione di escursioni alla scoperta dei forti sugli altopiani fra Veneto e Trentino. Per ogni itinerario: cartine, tempi di percorrenza, un ampio apparato iconografico, indicazioni pratiche per la visita. Di ciascun forte vengono descritte le caratteristiche tecniche e vengono narrati gli eventi bellici che li hanno visti protagonisti. Una guida diversa e originale. Per camminare sui sentieri della storia.

Scheda

Prezzo: € 13,00

Numero di pagine: 151

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