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Giusti: «La Dolomiti era già competitiva.  Chi voleva rimanere doveva dimostrarlo»

Giusti: «La Dolomiti 


era già competitiva.  

Chi voleva rimanere 

doveva dimostrarlo»

foto da Quotidiani locali

«Facciamo meno clamore sul mercato rispetto ad altre squadre? Partendo da un secondo posto, non dovevamo e non dobbiamo eseguire chissà quante operazioni. La base era già molto buona…».

A due settimane dal raduno programmato lunedì 22 sul campo di Sedico – in seguito la preparazione si sposterà a Rasai – il vicepresidente Nicola Giusti interviene per una… “lettura estiva” del quarto campionato consecutivo di serie D, che la Dolomiti Bellunesi si appresta ad affrontare.

Le aspettative rimangono piuttosto elevate dopo la conquista della medaglia d’argento nella recente stagione regolare, però la corposa campagna rafforzamento portata avanti da alcune avversarie non sembra al momento affibbiare il ruolo di favorita alla formazione allenata da mister Nicola Zanini. Il Treviso in tal senso sembrerebbe scattare almeno qualche metro avanti a tutti, detto che poi conta solo il rettangolo di gioco e non la carta.

C’è qualche difficoltà nel completare la rosa oppure è una situazione sotto controllo? Mancano i portieri, un altro difensore, un paio di esterni, un altro 2006, ancora un attaccante…

«Nessun problema, ci mancherebbe. Siamo stati parecchio tempestivi all’inizio, blindando chi serviva e portando a casa alcuni giocatori a cui eravamo interessati. Adesso cerchiamo le ultime pedine, ma giocoforza c’è meno clamore nel nostro mercato rispetto ad altre squadre visto che proveniamo da un campionato ben fatto».

Comunque i cambiamenti non sono mancati.

«Tutto nella norma. Servono sempre stimoli nuovi e in questa categoria rientra nella consuetudine avvicendare diversi calciatori».

A occhio la vostra idea era rendere più forte la panchina. Lo scorso anno, al di fuori dei 13-14 titolari, avete avuto uno scarso contributo dalle cosiddette riserve.

«Vero, era un aspetto sul quale desideravamo intervenire. Peraltro la rosa era anche fin troppo ampia per una serie D, ma ciò a causa dei tre gravi infortuni occorsi a Yabrè, Mazza e Caprioni, oltre ad altri guai fisici che costringevano a individuare alternative».

Dopo tre anni di fusione, è il momento di… concretizzare?

«Se il riferimento è al salto di categoria, stiamo lavorando allo scopo di essere pronti ma è necessario ancora del tempo. Non è solo una questione di gestione sportiva, bensì organizzativa ed economica. Basti vedere come la Clodiense, nonostante auspicasse il contrario, sia costretta a disputare a Legnago i primi mesi di professionismo. C’è tanto lavoro da portare avanti, ogni giorno. Certo, con tre anni di esperienza alle spalle e un un campionato di alto livello come l’ultimo, siamo più forti».

Torniamo al mercato. Immaginiamo lei abbia avuto un rapporto speciale con De Carli, essendo stato suo presidente da sempre. L’ha sentito, dopo la rovinosa separazione.

«No, tuttavia a tempo debito mi siederò volentieri a un tavolo per parlare assieme a lui. Le cose da dire sono due: chi vuole rimanere e identificarsi con la Dolomiti lo fa, così come non si può prevedere il futuro e magari un giorno le strade con Francesco si reincontreranno».

La trattativa con Virvilas sembra essersi complicata parecchio, se non arenata.

«Ribadisco: chi vuole rimanere, lo dimostra...».

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