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Gaza, l’Unrwa: “4 scuole colpite in 4 giorni”. La Germania protesta: “Inaccetabile”. Volantini israeliani sulla città: “Andate via”

Gaza, l’Unrwa: “4 scuole colpite in 4 giorni”. La Germania protesta: “Inaccetabile”. Volantini israeliani sulla città: “Andate via”

L’offensiva di Israele nella Striscia di Gaza non si ferma. Anzi, nel mirino dell’esercito ci sono anche le scuole. Da Berlino, con un post sul social network X, ha alzato la voce il ministero degli Esteri tedesco: “Che vengano uccise persone che cercano rifugio in una scuola è inaccettabile. I ripetuti attacchi alle scuole da […]

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L’offensiva di Israele nella Striscia di Gaza non si ferma. Anzi, nel mirino dell’esercito ci sono anche le scuole. Da Berlino, con un post sul social network X, ha alzato la voce il ministero degli Esteri tedesco: “Che vengano uccise persone che cercano rifugio in una scuola è inaccettabile. I ripetuti attacchi alle scuole da parte dell’esercito israeliano devono avere fine. I civili, soprattutto i bambini, non devono rimanere intrappolati tra due fronti”.

Scuole sotto attacco, l’allarme dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi – Secondo l’Unrwa, solo negli ultimi quattro giorni a Gaza sono state colpite quattro scuole. L’agenzia Onu, prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, gestiva 284 scuole nell’enclave palestinese. “Passati nove mesi, sotto i nostri occhi, continuano in modo implacabile e incessante uccisioni, distruzione e disperazione – ha incalzato Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia per i rifugiati palestinesi – Gaza non è un posto per i bambini”. Il numero 1 dell’Unrwa ha rilanciato l’appello ad un cessate il fuoco immediato, per evitare l’assuefazione collettiva al “disprezzo del diritto umanitario internazionale”.

Secondo l’agenzia per i rifugiati, due terzi delle scuole gestite nella Striscia hanno riportato danni durante il conflitto: alcune sono state bombardate, molte danneggiate in modo grave. “Sono passate dall’essere luoghi sicuri per l’istruzione e di speranza per i bambini, a rifugi sovraffollati, spesso sono diventate luogo di morte e miseria”, ha scritto via X Lazzarini.

Gaza City, incursione nella sede Unrwa. Volantini israeliani sulla città: “Fuggite a Sud” – Non solo le scuole gestite dall’Unrwa. Anche la sede dell’agenzia, a Gaza City, è stato attaccato dall’esercito la notte scorsa. Un’incursione mirata, secondo i militari di Tel Aviv, “contro i terroristi di Hamas e della Jihad islamica che operavano all’interno del quartier generale dell’Unrwa”. La struttura sarebbe stata usata “come base per condurre attacchi contro le truppe dell’Idf nella Striscia di Gaza centrale”: lo ha affermato l’Idf su Telegram. L’esercito israeliano ha annunciato di aver eliminato i terroristi in un combattimento ravvicinato e di aver “localizzato grandi quantità di armi nell’area”.

L’incursione nella sede dell’Unrwa sarebbe iniziata “dopo l’apertura di un corridoio definito per facilitare l’evacuazione dei civili dall’area”, ha rivendicato L’Idf. Su Gaza City piovono i volantini dell’esercito di Netanyahu per spingere gli abitanti di Gaza City a lasciare la città per dirigersi verso Sud. La città, recita il volantino visto da un giornalista dell’Afp, “resta una zona pericolosa di combattimenti”.

Negoziati, l’incontro tra Netanyahu e l’inviato Usa Brett McGurk: no al ritorno dei terroristi nel nord della Striscia – Uno dei pilastri di Israele, nelle trattative con la milizia integralista, è scongiurare “il ritorno di migliaia di terroristi armati nel nord di Gaza”. Non è l’unico principio inderogabile indicato da Benjamin Netanyahu per i negoziati di Doha, capitale del Qatar, dove i capi dell’intelligence israeliana sono riuniti per un summit con i mediatori di Usa, Egitto e Qatar. Nell’incontro odierno con Brett McGurk – l’inviato del presidente Biden per il Medio Oriente – il premier di Tel Aviv ha ricordato il rispetto delle “linee rosse”, come unica via per giungere alla tregua. I punti irrinunciabili, per Israele, sarebbero 4: impedire il contrabbando di armi dall’Egitto a Gaza; permettere a Israele di riprendere i combattimenti fino a che non siano raggiunti tutti “gli obiettivi della guerra”; salvare più ostaggi possibile dagli aguzzini di Hamas. Infine, liberare Gaza city dalle milizie integraliste.

La conta delle guerra: i morti di Gaza salgono a 38.295 – Da ambo i fronti, procede la contabilità di morti e feriti. Da Tel Aviv, Yoav Gallant ha rivendicato i danni inflitti alle milizie di Hamas: “Il 60% dei terroristi” sarebbero stati uccisi o feriti dalle forze israeliane; “eliminati” la maggior parte dei “battaglioni”. Sono i dati citati dal il ministro della Difesa in un intervento alla Knesset, di cui danno notizia i media locali. Gallant ha ricordato anche gli ostaggi: la metà sarebbe tornata a casa. A Gaza, invece, i palestinesi uccisi dall’esercito israeliano salgono a 38.295, secondo il governo di Hamas. I feriti sarebbero almeno 88.241. Nelle ultime 24 ore 52 palestinesi sono stati uccisi e 208 feriti, ha aggiunto.

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