La transizione verde può attendere. Anche British Petroleum rivede al rialzo le stime sui consumi di gas e petrolio
I nodi vengono al pettine e ormai, ad una prossima fine del petrolio, non ci crede quasi più nessuno. A meno che le cose non cambino, e lo facciano in modo piuttosto radicale, il consumo di greggio non mostrerà segni di cedimento negli anni a venire. Da ultimo è il colosso British Petroleum a rivedere al rialzo le sue stime sulla domanda di petrolio e gas. Nei mesi scorsi lo stesso hanno fatto banche e altre compagnie. Jp Morgan ha bollato come irraggiungibili gli obiettivi della transizione verde, Saudi Aramco si è messa ad investire sui motori a carburante tradizionali.
Più nello specifico Bp sottolinea come la crescita delle fonti rinnovabile non riesca a tenere il passo dell’aumento della domanda globale di energia. Il petrolio continuerà quindi ad avere un ruolo centrale almeno per altri 10-15 anni con una domanda che, nel 2035, sarà ancora di 98 milioni di barili al giorno, appena due milioni al di sotto del 2024. Con queste nuove previsioni Bp rivede al rialzo di circa il 5% le sue precedenti stime sui consumi di idrocarburi. Riviste al rialzo anche le stime sui consumi di gas e sulle emissioni di Co2. L’aumento delle previsioni sulla domanda di petrolio e gas dipende soprattutto dal fatto che il calo dell’uso del petrolio nei trasporti su strada è superato dall’incremento nell’industria petrolchimica. British Petroleum, quarta compagnia petrolifera privata al mondo, ha chiuso il 2023 con profitti per quasi 13 miliardi di euro.
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