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Ivrea, Perini sul supermercato nell’ex Enel:  «A rimetterci sono i lavoratori e il commercio di vicinato»

IVREA. Sulla necessità di realizzare un’opera di interesse pubblico nell’area dove oggi sorge l’ex sede Enel, in stato di degrado da molti anni, la lista Unione popolare di Cadigia Perini ne aveva fatto un punto programmatico. «Tutto ci aspettavamo tranne la concessione a costruire l’ennesimo supermercato in una città in cui il commercio di prossimità è profondamente in crisi e dove insistono già innumerevoli piattaforme della grande distribuzione, si pensi alla mega installazione in corso Vercelli con colate di cemento al posto di campi - spiega Perini, dal circolo di Ivrea del Partito della Rifondazione comunista-Sinistra europea -. Questa dinamica, non nuova, è decisamente miope e alimenta una bolla destinata a scoppiare con conseguente fallimento di attività che rischiano di lasciare spazi degradati laddove gli amministratori speravano nella “riqualificazione” attraverso investimenti privati. La conseguenza di queste scelte è la crisi non solo della piccola distribuzione (le saracinesche abbassate di via Arduino sono uno schiaffo per la città), con impoverimento del tessuto sociale, delle relazioni di vicinato e di prossimità, ma anche della media e grande distribuzione, in un contesto di diminuzione della popolazione e di riduzione dei volumi di vendita causa caro-vita con conseguente messa a rischio della sostenibilità commerciale e dei posti di lavoro».

Perini ricorda come il calo costante dei volumi di acquisto e l’apertura di nuovi punti vendita in zone già sature non fa che erodere fatturato e forza lavoro esistente. «A questo si aggiunge il dato di fatto che i nuovi supermercati, dovendo ridurre al minimo i costi, fanno spesso ricorso a dipendenti part-time e precari. Non creano ricchezza, ma lavoro povero».

Dell’operazione vengono promosse la valorizzazione dell’area, la piantumazione di alberi e la realizzazione di opere di miglioramento dell’accessibilità dell’area archeologica. Resta però il nodi politico di fissare una moratoria su tutti i prossimi nuovi insediamenti della grande distribuzione.

«Per questo non possiamo non chiederci se non si doveva lavorare a monte, per tempo, sul Prg per scongiurare l’apertura di un ennesimo supermercato in città - conclude Cadigia Perini - Infine ci chiediamo, come si chiedono tutti i cittadini, come possono generarsi dei profitti appetibili per una azienda a fronte di un costo di progetto così elevato? Ci chiediamo anche perché una grande società della grande distribuzione decide di investire in una nuova piattaforma in presenza di tanta concorrenza attorno e volumi di vendita in calo».

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