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La richiesta di Fdi a Padova: «Le zone 30 producono più smog, vanno sospese subito»

Si va più lenti e dunque si inquina di più. Un’equazione semplice che va a sfavore delle zone 30, quelle aree dove si è deciso di applicare un limite di velocità di 30 chilometri all’ora per migliorare la sicurezza stradale di ciclisti e pedoni. Ma è proprio a partire dai risultato dello studio realizzato dal Mit (Massachusetts Institute of Technology) focalizzato sulla città di Milano, che Fratelli d’Italia chiede una revisione della misura nella città del Santo: «Riteniamo che una buona amministrazione non possa essere sorda di fronte alla scienza e dunque chiediamo che le zone 30 vengano immediatamente sospese in attesa di un analogo studio sulla città di Padova», tuona il consigliere Enrico Turrin. Ma dall’amministrazione arriva un secco no: indietro non si torna. «Ne va della sicurezza di anziani e bambini», spiega l’assessore alla mobilità Andrea Ragona

Lo studio

Secondo il Senseable city lab, nel capoluogo lombardo, le aree a 30 all’ora provocano «non solo un lieve aumento dei tempi di percorrenza ma ha anche delle emissioni inquinanti, in particolare di monossido di carbonio (Co), anidride carbonica (Co2), ossidi di azoto (Nox) e particolato (Pm), soprattutto nelle ore più trafficate del giorno».

La spiegazione starebbe nel fatto che i motori termici sono progettati per avere la migliore efficienza di consumo intorno ai 70-80 chilometri orari: «in caso di applicazione del limite dei 30 all’ora nell’intero territorio del Comune di Milano le emissioni di Co2 aumenterebbero dell’1,5%, mentre quelle di Pm (le polveri sottili, ndr), particolarmente nocivi per la salute umana, del 2,7%».

In più c’è l’ovvio aumento dei tempi di percorrenza: «L’aumento del tempo medio va da 2 secondi in uno scenario di riduzione dei limiti in tutte le strade della zona più centrale di Milano al massimo di 89 secondi nello scenario di riduzione dei limiti a tutte le strade non primarie sull’intero territorio cittadino».

Lo studio è stato presentato a “The urban mobility council”, il forum sulla mobilità promosso dal gruppo Unipol, dove era presente anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha confermato le sue scelte: «Non vogliamo essere ideologici ma pragmatici – ha sottolineato – Mon abbiamo mai pensato di portare tutta Milano a 30 all’ora ma pensiamo sia sbagliato stare fermi. Cominceremo dalle strade su cui si affacciano le nostre scuole».

La protesta

A Padova però Fratelli d’Italia è già sul piede di guerra contro una misura che il centrodestra ha sempre contestato: «Ora abbiamo la prova scientifica che le misure copia e incolla adottate dalla amministrazione Giordani sulla falsariga di Bologna e Milano creino più problemi di quelli che vorrebbero risolvere – accusa Turrin – Ricordo nella classifica nazionale sull’inquinamento atmosferico Padova è per Pm2,5 la terza peggiore città italiana, quarta per il Pm10 e settima per il biossido di azoto. È facile desumere che quanto sperimentato a Milano sia riscontrabile anche a Padova, dove la sinistra ecologista ha imposto all’ amministrazione Giordani provvedimenti analoghi».

Da qui la richiesta di uno stop immediato: «Certamente, in questo periodo di caotici cantieri disseminati ovunque, sarà difficile percorrere la città con velocità superiore ai 30, ma vorremmo fosse testata una simulazione in condizioni normali – prosegue – La stessa Legambiente, di cui l’assessore alla mobilità è stato presidente, aveva elaborato un dossier il cui intento era di smontare quelle che definivano “bufale” e “false credenze” sulle zone 30. Ebbene, chiediamo anche alla illustre associazione ambientalista che si confronti con gli scienziati del Mit, prima di indurre in possibili errori chi amministra la città. È evidente come con la pseudo-scienza ambientalista con la quale governa questa amministrazione, si rischi solamente di consegnare ai padovani una città più trafficata e più inquinata di prima».

La replica

«Clamorosamente FdI ammette che le auto inquinano. Sono costretti a farlo, evidentemente grazie a questo studio». È la replica ironica dell’assessore Andrea Ragona, che poi torna serio: «È evidente che le zone 30 non servono a ridurre l’inquinamento ma sono prevalentemente una questione di sicurezza stradale – chiarisce – Gli esponenti di FdI vorrebbero far andare le auto a 70-80 all’ora nelle zone residenziali? Noi ci preoccupiamo della sicurezza della mobilità debole, in primis anziani e bambini».

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