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Cnn: “Complotto russo per eliminare l’amministratore delegato della azienda di armi di Rheinmetall”

Armin Papperger, il ceo di Rheinmetall, il maggiore produttore tedesco dei fondamentali proiettili di artiglieria da 155 mm che sono diventati l’arma decisiva nella dura guerra di logoramento dell’Ucraina, sarebbe stato l’obiettivo di un attentato. L’intelligence Usa, come riporta la Cnn, ha scoperto nei mesi scorsi un piano del governo russo per assassinare l’amministratore delegato (a sinistra nella foto insieme al cancelliere Scholz a destra e al ministro della Difesa Pistoriua). Il piano russo faceva parte di un complotto più ampio per l’assassinio dei ceo delle aziende europee che sostengono lo sforzo bellico di Kiev. L’azione più prossima all’esecuzione, rivela la Cnn, era quello per uccidere Papperger. L’azienda sta anche per aprire una fabbrica di veicoli blindati in Ucraina, una mossa che secondo una fonte vicina all’intelligence preoccupa profondamente la Russia. Il governo tedesco era stato avvertito del piano dall’intelligence Usa.

La Bild scrive che da mesi davanti alla sede della Rheinmetall a Düsseldorf sarebbe parcheggiata un’auto di pattuglia con diversi agenti di polizia armati di mitra. Papperger, prosegue la Bild, da mesi sarebbe soggetto a protezione personale. Quando partecipa a eventi sarebbe accompagnato da una scorta della polizia. Questo fa di lui – conclude il quotidiano tedesco – una delle poche persone sorvegliate 24 ore su 24 nel Nord Reno-Westfalia. Non commenta, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ma, ricorda, “c’è una campagna russa per condurre azioni ostili volte ad intimidire gli alleati della Nato. Gli alleati non si lasceranno intimidire”.

Una notizia, questa del presunto complotto, che arriva in un clima di grande tensione per i missili Usa a lungo raggio in Germania per la prima volta dalla guerra fredda, scudo della Nato a Kiev e le minacce di sanzioni a Pechino. Il Cremlino ha già minacciato una “risposta militare” ai missili Usa ed altre misure “per contenere la Nato”, accusandola di essere “di fatto pienamente coinvolta nel conflitto in Ucraina”. Mentre la Cina, dove la premier Giorgia Meloni sbarcherà a fine luglio, ha accusato l’Alleanza di “incitare allo scontro”.

L’annuncio mercoledì dei missili americani in Germania a margine del summit Nato era passato quasi inosservato, ma il giorno dopo sono esplosi tutti i suoi effetti dirompenti. Washington e Berlino hanno comunicato che dal 2026 cominceranno a dispiegare in Germania capacità a lungo raggio, prima in modo “episodico” e poi “duraturo”, per “dimostrare l’impegno degli Usa verso la Nato e il suo contributo alla deterrenza integrata europea”. Il nuovo arsenale comprenderà gli Sm-6 e i Tomahawk ma anche armi ipersoniche, con una gittata “significativamente più lunga rispetto agli attuali missili con base terrestre in Europa”. Tali missili sarebbero stati vietati in base al trattato Inf firmato da Reagan e Gorbaciov nel 1988 ma il patto è andato in frantumi cinque anni fa, fra accuse reciproche di violazioni tra Usa e Russia.

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