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L'abbraccio a Benito Nonino nella sua distilleria di Percoto. La moglie Giannola: «Continueremo noi, te lo prometto con il cuore»

UDINE. La grande famiglia unita, stretta attorno alla bara che custodiva le spoglie di Benito Nonino, ha salutato per l’ultima volta il patriarca del Friuli. Il distillatore della grappa se ne è andato per sempre a 90 anni, nella sua casa di Percoto. Mano nella mano, tutti i componenti della famiglia si sono uniti alla moglie Giannola Nonino, che con la solita determinazione e la voce rotta dal pianto gli ha regalato l’ultimo impegno d’amore: «Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, te lo prometto con tutto il cuore». Chinata sulla bara, Giannola si è persa in un lungo e sentito bacio.

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La liturgia della parola

Nella giornata più calda dell’estate, nella grande distilleria centinaia di persone, giunte anche da fuori regione, hanno reso omaggio a l’uomo che ha innovato la grappa e il territorio senza mai dimenticare le origini e la civiltà contadina. Alle 17 la bara, portata a spalla dai parenti, coperta da un cuscino di rose rosse, e seguita dal corteo funebre, ha fatto il suo ingresso nella distelleria dove ad accoglierla c’erano i celebranti: l’arcivescovo di Udine, monsignor Riccardo Lamba, monsignor Luciano Nobile e don Valerio Falla Costa.

Tutto intorno è calato il silenzio. La sua gigantografia lo rendeva presente anche tra coloro che l’avevano appena conosciuta. In prima fila le autorità, il sindaco di Pavia di Udine, Beppino Govetto, il vicesindaco di Udine, Alessandro Venanzi, l’assessore regionale Sergio Emidio Bini, il consigliere regionale, Mauro Di Bert, l’imprenditore Matteo Zoppas, il direttore di Confindustria Udine, Michele Nencioni, professori universitari tra cui il direttore della clinica di Malattie infettive di Udine, Carlo Tascini, il giornalista Gian Antonio Stella, e la cantante Carla Bissi, in arte Alice.

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Tante le persone comuni. Tutti hanno condiviso la lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi letta dalla figlia Cristina sottolineando la parola Amore. Quella stessa parola che Benito Nonino, pur pronunciandola raramente, sapeva concretizzarla nelle cose e nelle persone a lui più care. Vale a dire l’azienda e la famiglia.

Lo ha ricordato anche monsignor Nobile tratteggiando il profilo di colui che con passione cercava le novità, salvava la biodiversità e creava il Risit d’Aur meglio noto come Premio Nonino. E nel porre la domanda «cosa sarà di Benito?», monsignor Nobile ha citato i versi del Paradiso di Dante e quelli di Anna Maria Galiano: «Tutto sarà grande, bello e nuovo». E il coro delle voci bianche ha intonato “Ho pregato la bella stella” in friulano creando un velo di partecipazione intensa.

Gli interventi

«Il nonno distillava la vita. Ne distillava l’eccesso, il superfluo, per arrivare al cuore». Sono le parole con cui Francesca Bardelli, l’influencer della grappa visibilmente commossa, ha ricordato il nonno quando le disse: «Se vuoi diventare mastro distillatore o lo fai beni o cambi mestiere».

Francesca porterà nel cuore questo insegnamento. Benito sapeva essere diretto e nello stesso tempo coinvolgente. Pure Chiara Bardelli racconta un nonno «strano forte» che non le dice mai «brava», ma si intrattiene a ballare con lei e i suoi amici in discoteca e quando lei prova a interrompere quel ballo lui continua ancora e ancora. Chiara ricorda anche quando le diceva «non ridere perché muoiono le galline» o la portava in bicicletta nel parco. «Era difficile starti vicino, eri unico, pretendevi l’eccellenza, eri l’unico con cui valeva la pena ballare tutta la notte» ha detto Chiara rivolgendo l o sguardo coperto dagli occhiali neri verso la bara e il mondo che le stava attorno. Tante le dimostrazioni di affetto, a iniziare dai parenti vicini e lontani, dalla figlia Antonella attraverso la lettura dei versi di Pierluigi Cappello scritti dal poeta dopo essere stato ispirato dalle sagge parole di Benito.

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Il profilo

Questi ricordi hanno ispirato l’attore Claudio De Maglio: «Quando una persona amata ci lascia – ha esordito – diventa certo meno visibile agli occhi della materia, ma non per questo meno presente. In questo momento Benito è e sarà sempre presente». Citando Altan e la favola che lega Benito alla grande tradizione dei patriarchi biblici, De Maglio ha paragonato Benito a uno «dei patriarchi del Friuli, un grande che ha reso grande questa terra, questa distilleria assieme a Giannola, Cristina, Elisabetta e Antonella».

« Questa famiglia – ha aggiunto De maglio – consegna ai nipoti e ai discendenti un patrimonio umano e culturale importantissimo. Direi vitale per la stessa sopravvivenza della cultura e della tradizione millenaria della nostra Italia». Sentiti gli applusi soprattutto quando, dalla descrizione di de Maglio, è uscito un «Benito pioniere che quando lo incontravi, anche per un momento breve, era come se stessi parlando con lui già da un po’ perché i suoi interventi erano sempre dritti al punto, schietti, efficaci, niente preamboli e retorica».

E rivolgendosi alle centinaia di persone presenti, De Maglio ha concluso dicendo «siamo tutti qui a onorare Benito il grande nella sua distilleria. Il luogo del premio che accomuna tutta la famiglia Nonino allo spirito di Benito, immagino aleggi qui, sorrida e danzi come l’abbiamo visto tante volte. Viva Benito». E poi il rinnovo del patto d’amore di Giannola, l’impegno pubblico di volerlo continuare ad innaffiare di vita così come sapeva fare lui. —

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