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Raccolta fondi per aiutare le aziende messe in crisi dai cambiamenti climatici

Raccolta fondi per aiutare le aziende messe in crisi dai cambiamenti climatici

foto da Quotidiani locali

Ivrea

A fronte di un clima che cambia, e dei tanti problemi che le aziende agricole del Canavese si sono trovate a fronteggiare negli ultimi mesi, sabato 13 allo Zac di Ivrea i consumatori hanno potuto incontrare di persona i piccoli produttori locali, per informarsi e condividere assieme problemi e possibili soluzioni. E anche per sostenerli grazie a una raccolta fondi promossa da Ecoredia. Organizzato in collaborazione con il Gruppo di acquisto solidale Ecoredia e i produttori dell’Altromercato, l’incontro rientra all’interno della campagna di sostegno “In prima linea”, nata per promuovere un maggior sostegno da parte delle istituzioni verso le piccole aziende, che per prime si trovano ad affrontare le conseguenze dell’attuale crisi climatica.

«Ho quest’azienda da tanti anni e ho visto il cambiamento nel tempo – racconta Daniela Giglio, che a Borgiallo con la sua Cascina Amaltea commercia frutta e verdura -. Oggi affrontiamo difficoltà che anni fa non avremmo immaginato. Una grandinata estiva, più o meno brutta, è sempre capitata, ma questi sono dei disastri, e io non posso coprire grandi superfici con l'antigrandine. Possiamo coltivare in serra, ma questo ha un costo economico e ambientale non indifferente, perché il terreno sotto diventa povero».

«Aspetto meno evidente della crisi climatica è l’innalzamento delle temperature invernali – sottolinea Ursula Gamba, anche lei di Borgiallo, proprietaria dell’azienda agricola Capre e cavoli -. I parassiti intestinali svernano nel terreno e vengono mangiati dalle capre. Succhiano il sangue dell’animale e lo indeboliscono, per poi essere defecati a terra dove completano il ciclo e si riproducono. Normalmente l’inverno li decimava, si ammalava una capra al massimo, mentre oggi tutti capi si ammalano. Ricercatori universitari confermano trattarsi di un problema diffuso negli allevamenti caprini del Piemonte, molte aziende chiudono o passano all’allevamento in stalla. È necessario aggiornare gli studi: ciò che conoscevamo oggi è mutato, i libri di agronomia non forniscono più conferme».

«Gli inverni caldi sono un problema anche per gli apicoltori – conferma Jacopo Tosso, dell’azienda agricola Nettare di Castellamonte –. Le api, che d’inverno dovrebbero stare nell’arnia, con il caldo volano lo stesso, arrivando in primavera sempre più debilitate, con gravi problemi per la produzione. Poi vi è il discorso degli insetti alieni, come la vespa velutina, che con inverni meno rigidi viaggia e prolifera. Quello che facevano i nostri nonni oggi non funziona più, dobbiamo cercare nuove risposte alla situazione critica nella quale ci troviamo».

«A livello globale, l’agricoltura produce un terzo della Co2 - spiega Miriam Salussolia, dell’azienda agricola Wecan di San Giorgio -. Questo perché l'invenzione dei concimi chimici permise di non fare più le rotazioni, grazie alle quali però la terra si rigenerava». «Il grande assente è la politica, che non offre sostegno anche quando i finanziamenti esistono - conclude Oliviero Alotta di Slow food Torino -. Penso alle proteste dei trattori, palesemente manovrate a sostegno di temi opposti a quelli portati oggi. Agli occhi delle persone sembrano agricoltori, ma quelle sono grandi industrie che di finanziamenti già ne hanno. Bisogna spostare il sostegno a favore dei piccoli produttori. Non possiamo pensare che gli agricoltori etici dal punto di vista produttivo e delle condizioni di lavoro siano tutelati solo dai consumatori consapevoli».

«Tutti questi sono problemi che colpiscono maggiormente i produttori biologici – sostiene Patrizia Dal Santo, vicesindaca di Ivrea e assessora alle politiche sociali, che ha promosso l’incontro –. Da questi arrivano le domande giuste per indirizzare la ricerca, è necessario sostenere questo tipo di produzioni. Sta circolando una raccolta fonda per costituire una cassa di emergenza agricola organizzata da Ecoredia, e stiamo pensando a come creare un fondo più stabile, finanziato da consumatori, produttori ed enti pubblici, oltre a una qualche forma di sostegno al lavoro burocratico, spesso un carico gravoso per queste aziende».

Per contribuire alla raccolta Emergenza produttori 2024 è possibile fare una donazione all'Iban IT32A0501801000000016817199.Lorenzo Zaccagnini

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