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Sos al cellulare? : «In alta montagna troppe zone sono senza copertura»

Domenica sera, attraverso il numero unico di emergenza di Bolzano, alla Centrale Suem di Pieve di Cadore è pervenuta la segnalazione di due alpinisti in difficoltà in un punto non specificato del Civetta. Senza indicazioni, l’elicottero è quindi decollato per verificare gli itinerari più frequentati, puntando sulla normale e passando poi alla Ferrata degli Alleghesi, senza riscontro.

«Al numero indicato non rispondeva nessuno, né alle chiamate, né ai messaggi di alcun tipo» fa sapere Alex Barattin, delegato interprovinciale del Soccorso, «L’elicottero Falco è quindi sceso per imbarcare un tecnico del Soccorso alpino della Val di Zoldo, per tornare in quota e guardare nei punti dove più spesso si riscontrano problemi. In quel frangente il capo del Soccorso alpino della Val di Zoldo ha avvertito l’equipaggio di aver visto con il binocolo due persone all’altezza della Punta Tissi, 200 metri sotto la cima, che stavano camminando verso la Ferrata. Lasciato il personale medico a terra e imbarcato il soccorritore, Falco è risalito, ma la cima del Civetta si era coperta di nubi. Dopo aver atteso un varco, ormai prossime le effemeridi, l’elicottero ha fatto un ultimo tentativo dalla cima, percorrendo a volo radente la Ferrata senza vedere nessuno, ed è dovuto rientrare». Alle due la centrale è stata contattata direttamente dalle due persone che avevano mandato il messaggio, padre e figlio inglesi di 70 e 22 anni. I due escursionisti sono quindi stati recuperati dall’elicottero di Trento e trasportati a valle. I due escursionisti tedeschi, non più in grado di proseguire al rientro della Ferrata Costantini in Moiazza, sono stati recuperati da Falco 2 grazie a un messaggio dall’applicazione di geolocalizzazione per risalire alle coordinate.

Copertura assente

Due interventi di soccorso, questi ultimi, che dimostrano come sia indispensabile la copertura telefonica per la sicurezza in quota. E non solo. «La copertura in alta montagna in tante zone non c’è. O è assente completamente oppure quel poco che c’è permette di fare poche cose: inviare pochi dati alla centrale di soccorso con tempi più lunghi di intervento» segnala Barattin, «Quindi l’attenzione di chi frequenta le terre alte dev’essere proprio questa: tranne le zone pseudoantropizzate, ad esempio le aree del demanio sciabile, in tutte le altre vallate non c’è copertura».

I casi

I problemi più gravi? In Val Travenanzes, sopra Cortina, una delle più belle delle Dolomiti. Tutta la zona intorno al Cridola, la Val di Toro, la Val Salatis in Alpago, la Val Canzoi nel Feltrino. «Il nostro telefonino ha il gps all’interno. Il gps» ricorda Barattin, «calcola la sua posizione e per farla vedere a qualcuno deve avere il trasferimento del dato attraverso le celle telefoniche. Però la posizione del telefonino la vedo. Quando non ho più copertura di rete, non vedo più la cartografia, quindi – consiglia il delegato Cnsas – sarebbe da scaricare in locale la cartografia».

Ci sono alcune app che te lo permettono; l’app Cnsass, ad esempio, in collaborazione con il Cai. Ma occorre scaricarla prima di trovarsi in una situazione di non copertura. «Quindi il default sarebbe da scaricare sul telefonino con una traccia, una cartografia di dove devi andare» consiglia Barattin, «In quel giorno, se non c’è copertura di rete, per lo meno sai dove ti trovi. L’app ti permette di lasciare un filo d’Arianna fin dove c’è copertura, per lo meno abbiamo un’idea di dove ci troviamo e cosa possiamo fare».

Le alternative

L’alternativa al telefonino sono i gps di nuova generazione, i satellitari che hanno la possibilità di veicolare la loro posizione. Hanno la controindicazione che se non li si usa costantemente fanno tanta fatica a prendere la linea. I telefoni satellitari vanno bene, vanno usati con regolarità e soprattutto non fanno le chiamate ai numeri brevi, quindi 112, 118 , 115. Non si riesce a fare una chiamata da un numero breve, bisogna chiamare un numero fisso.«Questa è una criticità, perché uno è convinto di avere il telefonino satellitare e di poter chiamare i numeri dell’emergenza. No, bisogna chiamare un numero di riferimento per la centrale».

Altri problemi si evidenziano in presenza degli allarmi automatici (auto, telefonini, orologi) che sono collegati alla loro banca dati. «L’allarme parte, arriva a una centrale, se nessuno risponde, noi del soccorso lo trattiamo come un allarme. Ci sono spesso chiamate di falsi allarmi».—

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