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Recensione a “Il Figlio peggiore” di Peter D’Angelo e Fabio Valle

Recensione a “Il Figlio peggiore” di Peter D’Angelo e Fabio Valle “Il Figlio peggiore”, edito da Fandango, è […]

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Il Figlio peggiore, edito da Fandango, è un romanzo ma non è solo un romanzo. Il libro, infatti, si muove tra la finzione e l’inchiesta, approfondendo uno dei lati più oscuri degli anni 70 in Italia

Recensione a “Il Figlio peggiore” di Peter D’Angelo e Fabio Valle

“Il Figlio peggiore”, edito da Fandango, è un romanzo ma non è solo un romanzo. Il libro, infatti, si muove tra la finzione e l’inchiesta, approfondendo uno dei lati più oscuri degli anni 70 in Italia. La narrazione assume i tratti del noir seguendo l’indagine di Carlo Nisticò. Giovane e talentuoso ma anche ruvido e arrogante giornalista che, come nella migliore tradizione hard-boiled, non si farà scrupoli per raggiungere il suo scopo, per portare a termine la sua indagine. Sacrificherà tutto, metterà a rischio la sua stessa vita, conoscerà i lati più empi dell’umanità, per seguire fino in fondo la pista scottante che ha fiutato.

Cosa si nasconde dietro l’arrivo dell’eroina nella Roma degli Anni di Piombo? La diffusione nefasta della “roba” nella Capitale scossa dalla violenza politica non sembra essere un caso. Dietro sembra esserci un piano prestabilito, una volontà cosciente che punta ad avvelenare le menti di un’intera generazione. Per trovare la verità, Nisticò si destreggerà tra colleghi superficiali e opportunisti, gruppi di estrema destra, uomini dei servizi segreti.

Nella sua ricerca della verità, tenta di assumere le fattezze dell’eroe senza macchie che ha sempre desiderato essere ma finisce per cadere esso stesso nel vortice della tossicodipendenza. Ad accompagnarlo nella sua personale discesa negli inferi: rozzi membri della malavita, professori e medici impegnati a fermare l’avanzata della terribile sostanza, poliziotti assetati di vendetta e di giustizia e, soprattutto, la tormentata fotografa Silvia che alla fine, per salvarsi, sceglierà una strada diversa da quella di Carlo.

Il personaggio di Nisticò, prisma di emozioni estreme e sentimenti contraddittori, ha sullo sfondo la scoperta dell’Operazione Blue Moon, cioè la sistematica introduzione dell’eroina tra i movimenti di contestazione nei primi anni Settanta. Ormai storia quel tentativo (più che riuscito) di manipolare la società italiana e non solo. La vicenda inventata dai due autori Peter D’Angelo e Fabio Valle per raccontare quel contesto sociale non manca di strizzare l’occhio all’ attualità. Gli oppiodi sono tornati a suscitare allarme con una crisi che dagli Usa, ad oggi, non sta mancando di far sentire i suoi effetti anche nel nostro paese. All’epoca come adesso, bassezze di ogni sorta, sensi di colpa ma anche coraggio e rinascita tornano a scuotere il giornalismo, la politica e la cultura.

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