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Imprenditore di Villorba truffato e derubato di Rolex e gioielli

Il sedicente tecnico dell’acquedotto chiede di entrare per compiere test su una sostanza nella rete idrica che potrebbe far esplodere la casa. Accento meridionale, con la signora Paola fa il giro dei rubinetti della villa, facendole sentire odor di gas, quasi certamente spruzzato appositamente con una bomboletta nel suo percorso dai rubinetti di giardino e lavanderia fino a quelli della casa, una bella villa con giardino, e della zona notte.

«Presto, signora, ha sentito il gas? Chiuda soldi gioielli e altri preziosi, e li metta nel frigorifero, l’unico posto isolato e sicuro, se anche c’è l’esplosione resta tutto intatto...». E la signora ha obbedito, dopo un’iniziale perplessità subito messa a tacere dal tecnico.

Intanto era spuntato in giardino il sedicente vigile urbano, a suo dire inviato dal comune di Villorba – questo con accento veneziano – che ha detto di voler controllare il tecnico dell’acquedotto, ricordando anche i recenti lavori e i cantieri nel quadrante fra strada Ovest e il centro di Fontane.

Ed ha intrattenuto, con molta educazione e garbo, il marito della signora, il noto imprenditore dell’informatica Giorgio Palesa, 83 anni (ne era stato un pioniere) poi presidente dell’Arep e instancabile promotore di iniziative benefiche e sociali. Non senza mettere nel mirino in pochi istanti il Rolex d’oro al polso di Palesa. Valore non inferiore a 30 mila euro. «Forse è meglio che metta in frigorifero anche quello, non si sa mai, con tutto quello che vale», gli ha detto il vigile urbano. Detto, fatto. Anche l’orologio è finito al fresco.

Era una truffa, come avrete capito. I due, dopo pochi minuti, hanno preso congedo dai coniugi, salutando e – ovvio – con il sacchetto dal frigorifero. Truffa ben congegnata, con tanto di walkie talkie del tecnico per colloquiare con la “centrale operativa” e vestiario adeguato, sia tecnico che agente. E due esperti professionisti, assai abili nella dialettica e nelle relazioni.

«Se ci ripenso....mancava poco gli offrissi anche un calice di Prosecco, mentre aspettavamo che il tecnico finisse il giro dei rubinetti», commentava sconsolato l’imprenditore, affiancato dalla moglie, in via Adige 1 a Fontane chiesa Vecchia, «Bravissimi, non c’è che dire. Mi sento un c....ma credetemi, ci si casca, può capitare a chiunque, per quello lancio l’allarme, vorrei che non riuscissero più a raggirare nessun altro, basta e avanza quello che ha fatto qui. Ci hanno portato via tutto».

Il bottino supera i 40 mila euro. «Avevo già subito due furti, 15 e 10 anni fa, a mia moglie era rimasto giusto un paio di collane. Cosa volete, ho visto la tuta del tecnico, la divisa del vigile, tutto poi è successo rapidamente, mia moglie ha detto che davvero si sentiva l’odore del gas. È un attimo, loro hanno detto alla fine che era tutto sistemato e si sono allontanati. Sempre cordialissimi».

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