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Coltivare l'italiano dà più libertà



Andare in cerca del termine giusto, la fatica - positiva - di trovare definizioni e connessioni nel mare aperto delle parole... Un vocabolario, meglio se «fisico», allarga i nostri confini.


Viva il dizionario italiano di carta. Quello composto da pagine che si deve fare lo sforzo di sfogliare per poter conquistare il termine cercato, il vocabolo necessario - quello e non un altro - e comprenderne il significato, nonché l’uso comune, nonché i rapporti con altri vocaboli.

L’occasione è buona perché è uscito il nuovo «Sabatini-Coletti», per le edizioni Hoepli, cui si aggiunge la collaborazione di Manuela Manfredini che insegna Linguistica italiana all’Università di Genova. Il «Sabatini-Coletti» è stato uno dei vocabolari più importanti che siano usciti in Italia ad opera di due maestri della storia della nostra lingua e, da ora in poi, si chiamerà «Sabatini-Coletti-Manfredini» che si è assunta il compito di aggiornare l’opera. La lingua, infatti, è un corpo vivente, non un ente amorfo: entrano nuovi vocaboli e altri divengono desueti, fino ad uscire dall’uso comune.

La lingua italiana rappresenta l’evoluzione di un popolo e di una cultura e se quel popolo non la conosce, quel medesimo popolo avrà meno potere di difendersi nella vita e sarà menomato nella sua capacità di espressione, privata o pubblica che sia. Uno che conosce pochi vocaboli ha meno possibilità di esprimere qualsiasi contenuto intenda verbalizzare. Dal punto di vista pubblico, poi, questa persona non sarà in possesso del vocabolario necessario per rapportarsi con l’istituzione e col potere senza essere bistrattato, ingannato, defraudato dei suoi diritti e, in definitiva, preso per i fondelli.

Questo discorso è valido da quando è stata inventata la scrittura, ma era valido anche prima di questa invenzione fondamentale, che è coincisa con l’invenzione della storia e con la fine della preistoria, nascita convenzionalmente fissata intorno al 3200-3100 a.C. nelle civiltà orientali. La conoscenza del vocabolario era importante anche prima dell’invenzione della scrittura perché comunque gli uomini dovevano comunicare e chi sapeva di meno poteva difendersi peggio di chi sapeva di più. Come scrive giustamente la Treccani: «Chi conosce più parole ha sempre maggior potere e non solo comunicativo. E chi ha più potere ha anche più possibilità di modificare, di cambiare la realtà e la comunicazione, usando le parole in modo consapevole». Quanto sono vere queste parole e quanto debbono interessare e preoccupare chi forma le nuove generazioni, quelle del «tutto on line».

Ha scritto bene su La Stampa Lorenzo Tomasin: «Poco male: il vero rischio, ora che i vocabolari hanno ovviamente la versione on line, è che molti dimentichino anche che cosa sia un vocabolario di carta. Al pari di altri volumi passati di moda (per esempio gli atlanti storici, questi sconosciuti), il vocabolario in forma di libro ha il vantaggio di rendere tangibile e sfogliabile ciò di cui si parla, dando una consistenza fisica alla lingua».

Non è lo stesso, cercare un termine on line e cercarlo nel dizionario di carta. Quest’ultimo richiede un maggiore impegno, insegna bene (cosa che potrebbe apparire marginale) la successione delle lettere sulla quale spesso gli adolescenti e i giovani fanno difficoltà, soprattutto nell’uso del vocabolario, cosa che ovviamente non accade se cerchi la parola on line. Il vocabolario di carta, dicevo, richiede più tempo e più fatica. Ma questo tempo non è sprecato ai fini dell’apprendimento e soprattutto della memorizzazione di ciò che si vuole apprendere.

È provato che l’apprendimento online ha una durata mnemonica inferiore rispetto a quello su carta. L’online è un supermercato dove, una volta riempito il carrello, lo si porta a casa e lo si svuota e tutto finisce lì. Il vocabolario di carta è un libro che raccoglie le parole con le rispettive definizioni, è il patrimonio lessicale di una lingua la cui fisicità, come sottolineato giustamente da Tomasin, non può essere sottovalutata. La ricerca del vocabolo appropriato, il confronto con altri vocaboli, l’apprendimento delle differenze spesso esili, tenui, tra un vocabolo e un altro, fatto sul vocabolario di carta, consente a chi lo fa di conoscere e ricordare meglio quello che ha trovato.

Lunga vita ai vocabolari di carta, lunga vita al nuovo Dizionario italiano Sabatini-Coletti-Manfredini. Meno male che se ne stampano ancora.

Personalmente, se un giorno non si stampassero più vocabolari di carta, proporrei una giornata di lutto nazionale perché sarebbe morto lo strumento fondamentale per l’apprendimento della nostra bellissima lingua.

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