Petrarca, le celebrazioni ad Arquà nel 650esimo anniversario della morte
«Mi sono costruito sui Colli Euganei una piccola casa, decorosa e nobile; qui conduco in pace gli ultimi anni della mia vita, ricordando e abbracciando con tenace memoria gli amici assenti o defunti». È il 6 gennaio 1372 e Francesco Petrarca, il grande poeta precursore dell’Umanesimo, scrive questa lettera all’amico Matteo Longo. La scrive da quello che sarà l’ultimo rifugio della sua vita, una casetta nel cuore dei Colli Euganei, ad Arquà. Due anni e mezzo dopo, nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374, alla vigilia del suo settantesimo compleanno, mentre sta esaminando un testo di Virgilio, il poeta è colto da malore. Petrarca viene trovato privo di vita, capo chino sui suoi amati libri. Una settimana dopo, è il 23 luglio, alla presenza di Francesco I da Carrara e di numerosi ecclesiastici e docenti dello Studio patavino, viene celebrato il funerale solenne proprio ad Arquà.
Seicentocinquanta anni fa, il borgo medievale ha perso il suo più illustre cittadino, così illustre da modificarne il toponimo nel 1868, quando il Veneto viene annesso al Regno d’Italia. L’anniversario tondo va celebrato ma deve essere anche l’occasione per pesare se l’eredità del Petrarca oggi è davvero valorizzata.
Gli eventi per celebrare i 650 anni dalla morte del poeta non mancano e vedono protagonisti il Comune, la Parrocchia di Santa Maria Assunta (che in questi mesi ha compiuto importanti lavori alla chiesa che ospitò il funerale del letterato), la Fondazione Musicale Centanin e soprattutto il Parco Letterario Francesco Petrarca, vero motore della ricorrenza, che già ha tenuto a battesimo una primavera petrarchesca ricca di appuntamenti.
Gli appuntamenti
Venerdì 19 luglio, alle 18.30, nella chiesa di Santa Maria Assunta, Claudio Sanguin, arquatense innamorato del suo borgo, dialogherà con don Giulio Osto sul tema dei “Salmi Penitenziali” scritti da Petrarca, oggetto della sua tesi di laurea divenuta un libro, “Pregare con Petrarca. Poesia e teologia dei Salmi penitenziali”. Sabato 20 luglio, alle 20.45, sempre in chiesa, sarà la volta di “Invito ad Arquà.
L’abate Giuseppe Barbieri e Petrarca”, dialogo tra gli autori Francesca Favaro, Claudia Baldin e Osto. L’associazione ha patrocinato anche un secondo libro, “Tommaseo sui Colli Euganei. Passeggiate letterarie a Torreglia e ad Arquà Petrarca”. Volumi dall’alto valore letterario, ma che ospitano anche un’inedita visione turistica di Arquà proprio a partire dalle sue eccellenze artistiche.
[[ge:gnn:mattinopadova:14487645]]
Domenica, alle 21.15, davanti alla tomba del poeta, è previsto infine “Le visioni del Petrarca”, spettacolo di lettura con accompagnamento musicale, a cura di Teatrortaet, con gli attori Alessandra Brocadello e Carlo Bertinelli.
Un viaggio in punta di piedi ad Arquà, nella vita e nei luoghi di Petrarca. Sempre venerdì sera, al Tavern, è previsto uno speciale menu medievale, arricchito della declamazioni dell’attore Fabio Gemo tratte dal “Secretum”.
Un’occasione di riflessione
Celebrazione ma anche occasione di riflessione, si diceva: 650 anni dopo, è stata davvero raccolta l’eredità che Petrarca ha lasciato al borgo e a questo territorio? Le 40 mila visite annuali alla Casa del Petrarca – il monumento di via Valleselle oggi gestito dal Comune di Padova – sono sicuramente un dato da cui partire, ma che deve essere la base di qualcosa di più ambizioso: la potenzialità del legame tra poeta e Colli può portare molto di più. Lo sanno bene, ad esempio, i turisti che visitano Padova e che difficilmente trovano mezzi pubblici per raggiungere Arquà.
Una prova? Si cerchi il tragitto tra la città e il borgo su una qualsiasi applicazione web: linee che scarseggiano, orari poco turistici, percorsi tutt’altro che agevoli.
E a proposito di web: manca un sito vero e proprio dedicato alla stessa Casa del poeta, lacuna non banale per uno dei siti storici e turistici più importanti degli Euganei.
E ancora: non è fruibile in alcun modo l’altra abitazione patavina di Petrarca, in via Dietro Duomo a Padova. E poi: negli anni non sono mancati gli eventi dedicati all’artista aretino, ma perlopiù sono stati di natura accademica: si è trascurato l’approccio “pop” al poeta, quello capace di attirare un pubblico eterogeneo e decisamente più vasto.
Proprio la valorizzazione del complesso di Arquà, il potenziamento dei collegamenti, il legame con la Padova Urbs Picta sono al centro del grande progetto di valorizzazione culturale che ha ottenuto recentemente 1,6 milioni di euro dal Pnrr, vero e proprio regalo per l’anniversario che si va celebrando.
Tra gli interventi più ambiziosi, c’è la realizzazione di un teatro naturale dietro la Casa del Petrarca, che – lo ha ribadito più volte l’assessore padovano Andrea Colasio – andrà a ospitare un vero e proprio festival petrarchesco popolare, rassegna che davvero manca e che si vuole far diventare un appuntamento fisso.
Risorse importanti, dunque, ma va ricordato che esperienze positive di questi anni hanno dimostrato che, più che gli investimenti, contano le idee. Un esempio è il Parco Letterario intitolato proprio al poeta, spazio senza cancelli che ha dedicato più di trenta targhe agli scrittori che hanno vissuto gli Euganei: uno strumento di tutela del paesaggio e delle tradizioni, di quei luoghi e di quelle memorie che devono sopravvivere. Come Arquà, che ancora oggi vive del Petrarca.