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La casa di riposo Flora a Trieste viene chiusa per le carenze di igiene e assistenza

La casa di riposo Flora a Trieste viene chiusa per le carenze di igiene e assistenza

I familiari delle persone ospitate avevano chiesto aiuto al distretto 2 Il Dipartimento di prevenzione di Asugi sospende alla residenza per anziani l’autorizzazione a operare

TRIESTE. Condizioni igienico-sanitarie e assistenziali carenti, con gli anziani ospiti costretti a sopravvivere in ambienti con temperature elevate visto che nell’appartamento non c’era neppure un minimo di aria condizionata. Per questi motivi, il 28 giugno scorso, il Dipartimento di prevenzione di Asugi ha sospeso l’autorizzazione a operare alla residenza polifunzionale Flora di via del Lavatoio.

Una rete di strutture private in città

Una struttura privata che fa capo alla famiglia Saliasi, presente in città anche con altre residenze per anziani. La casa di riposo, dove negli ultimi giorni risiedevano 13 anziani, è stata chiusa e le persone sono state trasferite in altre strutture. Facciamo un passo indietro: i parenti degli ospiti, già da tempo, avevano rilevato gravi carenze in termini di pulizia, sia degli ambienti che delle persone assistite, carenza di personale, lamentandosi con la titolare e cercando di far fronte alla situazione, chi portando del cibo da casa per il proprio padre o la propria madre, chi pulendo con le proprie mani la stanza da letto.

Situazione precipitata nella casa di riposo  

Nella seconda metà di giugno la situazione è precipitata. Un gruppo di familiari si è presentato al Distretto 2 di Asugi. «Ci hanno accolto subito – raccontano – e quando hanno capito di cosa si trattava, avendo già avviato un monitoraggio sulla struttura, si sono immediatamente attivati e in meno di 24 ore sono scattati i controlli e il provvedimento». Il personale di Asugi ha contattato le famiglie dei parenti, avvisandole delle decisione, mettendo a disposizione le ambulanze per il trasferimento degli anziani e supportando i parenti nel trovare soluzioni alternative per gli ospiti. Tutti hanno trovato posto in altre residenze polifunzionali, alcuni nella struttura Flora 2 di via Carducci, che fa riferimento sempre alla famiglia Saliasi: ieri non è stato possibile raggiungere telefonicamente questa residenza polifunzionale.

Disagio per 13 anziani

Per comprendere il disagio al quale sono stati sottoposti i 13 anziani residenti, quanto fosse necessario gestire con estrema delicatezza il loro trasferimento, basti pensare che una di loro viveva lì – conoscendo anche gestioni diverse – da 22 anni. Aveva una sua stanza: quello era tutto il suo mondo. Luigi Finotto, direttore del Dipartimento di Prevenzione di Asugi, senza fornire ulteriori dettagli, conferma il provvedimento adottato nei confronti della residenza polifunzionale.

Situazione estrema

«Era una situazione dalla quale non si poteva tornare più indietro, non era possibile intervenire altrimenti, anche valutando l’emergenza caldo». Il Dipartimento di prevenzione rilascia le autorizzazioni alla gestione delle residenze per anziani ai privati, e poi controlla che i requisiti vengano rispettati, in termini tecnici, sanitari, assistenziali. Il personale dei Distretti entra periodicamente nelle strutture. «Quando rileviamo qualcosa che in tempi brevi si può risolvere – spiega Finotto – diamo delle prescrizioni e poi verifichiamo che vengano rispettate, continuando il monitoraggio, in primis a tutela dell’ospite».    In casi estremi, quando alcune prescrizioni non basterebbero a sanare la situazione, si procede con la sospensione dell’autorizzazione. Un provvedimento che negli anni a Trieste è stato adottato in rarissimi casi.

Nessuna miglioria apportata

Finotto sostiene che in quell’appartamento di via del Lavatoio «non c’erano più le condizioni per andare avanti: la struttura era stata monitorata e non aveva apportato migliorie, quindi in poche ore siamo intervenuti. Se la struttura dimostrerà di essersi conformata ai requisiti previsti, potrà riaprire». Nel caso specifico, sarà comunque improbabile, visto che la proprietà dell’immobile ha anche sfrattato la società che ha in gestione la casa di riposo».

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