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Il 19 Luglio del 1954, settant’anni fa, usciva il primo 45 giri di Elvis Presley

Non è stato il suo primo disco in assoluto: l'anno prima aveva inciso un 78 giri, battuto all'asta con un valore di 250mila euro. Non si è mai esibito in Italia ma il suo stile ha conquistato i giovani di allora grazie alla radio, alla tv e ai jukebox

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di Francesco Tunda

Il 19 Luglio del 1954, settant’anni fa, usciva il primo 45 giri ufficiale di Elvis Presley. Conteneva i brani That’s All Right, Mama, che era il rifacimento di un vecchio blues, e Blue Moon of Kentucky. Non ascoltammo subito quelle canzoni. Era ancora poco conosciuto nella sua terra, figuriamoci in Italia. A noi arrivò con la voce dei suoi imitatori: Celentano che si calava nel suo ritmo e nelle sue movenze; Little Tony che esibiva ciuffo e giubbotti in jeans; Bobby Solo che si esibiva con la voce in falsetto.

Il rock’n’roll negli anni  Cinquanta era un vento che soffiava forte, scapigliando la tradizione melodica della canzone all’italiana e sovvertendo lo stesso modo di concepire il ballo. L’Italia si stava ricostruendo e poneva le basi per il boom degli anni successivi. Quelle musiche arrivarono a noi con i primi jukebox che rullavano a ripetizione nei bar e nei dancing grazie alle rare cento lire raccattate da parenti e amici.  Le ricorrenze producono, il più delle volte, questo effetto: trasportano indietro nel tempo, nel vissuto privato e in quello pubblico. Riportano nel mondo nel quale si viveva.

Conoscemmo più tardi, soprattutto grazie alla radio e alla televisione il vero Elvis e ne fummo conquistati. Non si esibì mai in Italia e quindi nessuno può vantare di averlo ascoltato sull’italico suolo. Neppure La Bussola che pure fece qualche tentativo, riuscì a portarlo da noi. In Usa fu subito un divo, uno di quei divi che scaldano le platee del mondo. Ma per noi l’America era lontana, dall’altra parte della luna.

Quello del 1954 fu il primo 45 giri inciso ma non è stato il suo primo disco in assoluto. Aveva registrato, un anno prima, nel 1953, un 78 giri che, di recente, quel pezzo di storia della musica, è stato venduto per 300.000 dollari (254.000 euro) in un’asta che si è tenuta nel museo nell’ex casa del cantante a Memphis, Tennessee. Quel 78 giri è ancora in buone condizioni: sul lato A presenta la canzone My Happiness, sul lato B That’s When Your Heartaches Begin. Entrambi i pezzi erano dei lenti e non fecero presagire che sarebbe stato il futuro re del rock. Il disco fu inciso da Elvis, appena diciottenne, nel 1953 alla Sun Records, lo studio di registrazione di Memphis. Pagò 4 dollari per la registrazione. I suoi genitori non avevano un giradischi ed Elvis portò il disco a casa di un amico per ascoltarlo. Poi lo lasciò lì e ora nelle mani di un qualche sconosciuto miliardario che l’ha comprato all’asta via internet.

Nel 1954, appunto, Elvis incise That’s All Right, che divenne il suo primo successo. E due anni dopo (il 23 marzo del 1956) uscirà il suo primo album intitolato Elvis Presley registrato presso i Sun Studios di Memphis e gli RCA Studios di Nashville e New York che conteneva 12 brani: dentro c’erano  pezzi come Blue Suede ShoesTutti Frutti e I Got Woman che contribuirono a cambiare per sempre il corso della storia di questo tipo di  musica. L’album restò al numero 1 della Billboard Top Pop Album per 10 settimane nel 1956 e restò nella classifica americana per 49 settimane e ricevette un Disco di Platino. Fu il primo album nella storia del rock’n’roll a vendere più di un milione di copie.  

Torniamo a Elvis e ai suoi rapporti con L’Italia. Tanti cantautori e gruppi italiani, oltre agli epigoni della prima ora, si sono rifatti a lui, dedicandogli brani o interi album. Ligabue, nel 1995, gli dedica l’album, Buon compleanno Elvis, che contiene una canzone che rimanda al suo mito, divenuto anche il simbolo delle contraddizioni di un’America più sognata che vissuta. Poi, tanto per citarne alcuni, i Baustelle e i Maneskin che cantano If I Can Dream nella colonna sonora del film girato di recente sulla vita di Elvis Presley.

D’altra parte lo stesso cantante, pur non esibendosi in Italia, aveva dimostrato di avere buon orecchio ispirandosi per molti dei suoi successi alla tradizione italiana, soprattutto a quella lirica napoletana. Nel 1960 incise una versione di O’ sole mio col titolo It’s Now or Never e l’anno successivo ci riprovò con Torna a Surriento che diventò Surrender, raggiungendo nuovamente il primo posto nelle classifiche dei dischi più ascoltati. Negli Usa e anche in Italia. L’unica canzone di Elvis cantata in italiano è stata Santa Lucia per il film Viva Las Vegas del 1964. Oltre a questi brani classici, anche Pino Donaggio, con una canzone che aveva avuto un gran successo,  Io che non vivo (senza te) fu ripresa da Elvis, nel 1970, con il titolo  You Don’t Have To Say You Love Me.  

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