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Silvio Berlusconi ha il suo aeroporto e la tessera della Lega post mortem: è giusto?

Nel trentennale della strage di via d’Amelio Matteo Salvini anticipa e sorprende tutti, compresi Forza Italia e la famiglia.

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Adesso chi vola da Malpensa plaude o s’intristisce (sempre divisivo il Cavaliere), di fronte all’aeroporto internazionale Milano-Malpensa “Silvio Berlusconi”. Chi vola dalla Sicilia è invece sempre inorgoglito dell’aeroporto di Palermo intestato a Falcone e Borsellino. Eppure sono tutte personalità pubbliche, diversamente mediatiche, che hanno fatto la storia del Paese ma per versi differenti. Due direzioni quasi opposte. Ricordiamoli tutti almeno al momento della morte.

Era il 19 luglio del 1992, esattamente trentadue anni fa, quando il giudice Paolo Borsellino perdeva la vita nell’attentato di via d’Amelio insieme ai suoi cinque uomini di scorta. Non erano trascorsi nemmeno due mesi dall’altro attentato, quello di Capaci, costata la vita a Giovanni Falcone, alla moglie e ai tre uomini di scorta. Due vite dedicate alla lotta alla mafia.

Era invece il 12 giugno 2023 quando ci lasciava Silvio Berlusconi, imprenditore intraprendente, scaltro importatore del populismo in politica e uomo che sapeva navigare nei conflitti di interesse e di genere. Moriva, con accanto tutta la sua famiglia che, come una t-shirt consunta ma sempre attuale s’era nel tempo un po’ slargata. Spirava al San Raffaele di Milano, il grande ospedale ‘molto privato’ presieduto dal suo ex giovane pupillo, anche un po’ traditore, Angelino Alfano.

Ecco che improvvisamente il Cavaliere, che ha ricevuto da poco più di un anno il suo funerale di Stato, si ritrova già “santificato” a Malpensa, proprio là, a un’ora di macchina da Arcore e senza processo di canonizzazione. Nemmeno la famiglia lo sapeva, i figli hanno detto che non ne erano al corrente, ma chi si è intestato l’evento c’è, eccome. È lui, il Ministro delle infrastrutture, dei trasporti e del tuttofare Matteo Salvini che si intesterebbe anche le bollette di casa mia per postarle su Instagram e fare “movimento” mediatico.

Insomma il Matteo si è preso il merito scavalcando tutti e bruciando i tempi di una più possibile e lenta cottura del caso. Un lucido tentativo di sottrarre il corpo politico del Cavaliere anche al Ministro degli esteri Antonio Tajani per appiccicargli, post mortem, la tessera della Lega.

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