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Golf: Daniel Brown, sera di testa all’Open Championship. Francesco Molinari, Migliozzi e Manassero vicini al 40° posto

Golf: Daniel Brown, sera di testa all’Open Championship. Francesco Molinari, Migliozzi e Manassero vicini al 40° posto

Passano le 21:30 in Scozia, le 22:30 in Italia, quando Daniel Brown completa un primo giro di grande livello, con due birdie nelle ultime tre buche, ed è il primo leader dell’Open Championship 2024 al Royal Troon. Quasi incredibile il destino del ventinovenne di Northallerton che tutti conoscono come Dan Brown (ma, evidentemente, è più capace nel golf che nell’arte dell’omonimo scrittore), che al primo Major della propria carriera mette la propria impronta su quello che poteva essere il giorno di Shane Lowry. Lo è invece di un uomo alla seconda stagione sul tour europeo.

Lowry, si diceva. Sembrava lui il grande festeggiato, in una giornata con parecchio vento (soprattutto contrario) a mettere a tutti i bastoni tra le ruote, tant’è che sono solo 17 quelli in grado di finire sotto il par. Il suo -5 è sembrato a lungo irraggiungibile fino all’irrompere di un Brown davvero ispirato, e a questo punto resta da vedere come procederanno per lui le cose. Da parte dell’irlandese l’esperienza per rimanere in alto c’è, per l’inglese è tutto da verificare.

Terzo da solo è Justin Thomas, e per l’americano già campione Major è un tentativo di ritorno in auge che non giunge in chiave solitaria. Nel gruppo dei quarti a -2, infatti, c’è anche Justin Rose, e l’inglese all’Open ci è dovuto arrivare dai tornei di qualificazione. Con l’ex oro olimpico anche lo svedese Alex Noren, il danese Nicolai Hojgaard, gli USA Russell Henley e Xander Schauffele, il canadese Mackenzie Hughes e l’inglese Joe Dean.

Il numero 1 mondiale, Scottie Scheffler, finisce nel gruppo degli undicesimi a -1. Per il campione in carica, Brian Harman, primo giro in +2. Lo stesso score dei tre italiani, che sono al 41° posto: Francesco Molinari, Guido Migliozzi e Matteo Manassero arrivano tutti da parabole diverse. Per il torinese cambia tutto con il doppio bogey alla 10, che vanifica i due birdie precedenti alla 1 e alla 6 e “gira” la giornata. L’ex miglior amateur di questo Major (2009), invece, pecca un po’ di regolarità, mentre il vicentino, dopo il bogey alla 1, fa solo par fino alla 13, poi la sequenza è questa: bogey-par-birdie-bogey-par.

C’è chi è però messo (molto) peggio. E sono tre i nomi clamorosamente molto indietro. Due sono quelli di Ludvig Aberg e Viktor Hovland: lo svedese e il norvegese chiudono infatti a +4, ma è il terzo quello fragoroso. Rory McIlroy, infatti, incappa in una delle sue classiche giornate no: +7 per il nordirlandese e ora servirà un miracolo per evitare il taglio.

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