World News in Italian

Incidente in Croazia, l’odissea di due cervignanesi: «Gli operatori dell’ambulanza volevano 600 euro per portarci in ospedale»

Incidente in Croazia, l’odissea di due cervignanesi: «Gli operatori dell’ambulanza volevano 600 euro per portarci in ospedale»

La coppia si trovava a bordo di uno scooter, poco distante da Umago, quando è avvenuto l’urto con un’auto: l’uomo alla guida del ciclomotore ha riportato la frattura di due costole e della clavicola

CERVIGNANO. Disavventura per una coppia di cervignanesi coinvolti domenica 14 luglio in un incidente poco distante da Umago, in Croazia: rimasti feriti, si sentono chiedere dai sanitari dell’ambulanza 600 euro per essere trasportati in ospedale, in quanto «non in pericolo di vita».

L’uomo, che era alla guida dello scooter, ha riportato la frattura di due costole e, in tre punti, della clavicola, oltre a traumi vari per i quali ha ricevuto le prime cure (dovrà essere sottoposto a un intervento chirurgico alla spalla) all’ospedale di Cattinara, raggiunto in taxi spendendo 100 euro. Per la donna soltanto abrasioni.

A denunciare l’accaduto è Katia Zulian, che a bordo di uno scooter, «per trascorrere una domenica alternativa» con il compagno, si apprestava a raggiungere il Faro di Salvore, che era la destinazione della gita. «Davanti a noi – racconta – una macchina che aveva rallentato di molto la sua corsa, al che il mio compagno ha iniziato la manovra di sorpasso. Improvvisamente, il mezzo ha svoltato a sinistra, prendendoci in pieno. Entrambi siamo volati sull’asfalto, ma ad avere la peggio è stato il mio compagno».

Subito «ha iniziato a lamentare dolori, mentre qualcuno aveva già provveduto a chiamare la polizia stradale croata e i soccorsi. Sul posto arriva un ambulanza i cui sanitari, dopo un controllo sommario al mio compagno e una sorta di medicazione a una abrasione con un liquido che gli ha provocato molto bruciore, io non sono stata neppure visitata, ci chiedono 600 euro per il trasporto in ospedale, visto che non eravamo in pericolo di vita».

Accortisi «della nostra titubanza – racconta la donna – ci “consigliano” un taxi, che davanti al nostro assenso hanno chiamato loro”. Katia spiega che intanto, “la polizia stradale provvedeva a spostare la macchina e lo scooter e a stilare il verbale: prima ci hanno detto che c’era un concorso di colpa in quanto vicini ad un attraversamento stradale, poi ci ha addossato tutta colpa, chiedendomi di firmare il verbale scritto in croato: visto che il mio compagno stava male, ho firmato e siamo partiti per Trieste. Ora sto valutando di affidarmi ad un legale in quanto non so cosa ho firmato».

Читайте на 123ru.net