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Contrappunto 3, cinque artisti contemporanei a Casa Cavazzini

UDINE. C’è anche Liliana Moro in dialogo con Luciano Fabro e Contrappunto 03 diventa nazionale. Venerdì 19 luglio, alle 18, inaugura a Udine a Casa Cavazzini, il civico museo d’arte moderna e contemporanea, la terza edizione di Contrappunto, progetto comunale a cura di Vania Gransinigh e Francesca Agostinellli, che mette in dialogo la storia del museo con la creatività contemporanea.

Questa la formula, visibile fino al 17 novembre: gli artisti invitati vengono condotti a conoscere la realtà museale e a scegliere un autore o un’opera con cui entrare creativamente in dialogo. Nascono nuove opere o rivisitazioni del proprio percorso alla luce delle suggestioni che il passato trasmette.

Dopo il successo di Contrappunto 02, che ha meritato il finanziamento del Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero dell’Istruzione, Contrappunto 03 quest’anno riformula il format: cinque gli artisti, dei quali quattro appartengono al Friuli Venezia Giulia e il quinto è un artista significativo del presente invitato a dialogare con la realtà regionale. Ci stiamo riferendo a Liliana Moro, talentuosa artista che ha accolto l’invito delle curatrici e si è messa in dialogo proprio con il suo maestro, Luciano Fabro, suo docente all’Accademia di Brera, sperimentando il contrappunto, ovvero, come prestito dal mondo musicale, la volontà di stare insieme simultaneamente a più voci.

Nello specifico Moro si confronta con l’opera Sei calzoni. Via Dante n. 15, 26, 28, 30. 33010 Treppo Grande (Udine) del 1972-1973, entrata nelle raccolte museali nel 2020. Alla sollecitazione memoriale e visiva proposta da Fabro, l’artista risponde con l’installazione di un lampione capovolto che, scendendo dal soffitto, proietta la sua luce sulla serigrafia del maestro. Ed è la luce l’elemento costitutivo dell’opera e deve essere intesa nella sua valenza materiale e nel suo significato simbolico ed intellettuale. Gli altri autori del presente sono Matteo Attruia, Roberto Cantarutti, Liliana Moro, Elisa Vladilo, Debora Vrizzi. Il contrappunto avviene rispettivamente con Carl Andre, Arturo Martini, Luciano Fabro, Antonio Corpora, Antonio Piatti.

Matteo Attruia ad esempio rivolge la sua attenzione all’opera di Carl Andre Seven Copper Triode presente nella collezione FRIAM. Una sera di settembre del 1985 Ana Mendieta, artista cubana naturalizzata statunitense, precipitò dal 34esimo piano di un grattacielo di New York, dove viveva con l’artista Carl Andre, esponente di spicco della corrente minimalista, sposato otto mesi prima e presente in casa al momento dell’accaduto.

Attruia riflette sul rapporto circolare che lo lega ad Andre e, per proprietà transitiva, alla sua giovane moglie. Come in un gioco di specchi e senza soluzione di continuità, la relazione tra i soggetti coinvolti viene rievocata nel suo lavoro visivamente dallo scorrere dei pronomi in differenti combinazioni, non casuali. Debora Vrizzi guarda invece al dipinto di Antonio Piatti acquistato dalla Fondazione Artistica Marangoni alla Biennale di Venezia del 1909.

È colpita dalla scena, densa di amore, forte di passione, ma non è convinta. Da questo punto di vista nasce e si sviluppa la sua interessante installazione. Contrappunto 3 è sostenuto da un catalogo che uscirà a mostra in corso, documentando le diverse fasi di percorso. Sarà lo sguardo fotografico di Ulderica da Pozzo a restituire per immagini il viaggio dell’intero progetto.

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