World News in Italian

Ti ricordi… La classe di Franco Cerilli: “Paolo Rossi un amico vero, mi commuovo guardando le foto. Oggi si toglie ai bambini la fantasia”

Ti ricordi… La classe di Franco Cerilli: “Paolo Rossi un amico vero, mi commuovo guardando le foto. Oggi si toglie ai bambini la fantasia”

“Avevo diverse squadre che mi seguivano nel ’74, tra queste c’era il Genoa che però mi bocciò, aveva Suarez come osservatore. Mi prese l’Inter e chi trovai sulla panchina? Suarez!”. Franco Cerilli è uno di quelli che le interviste te le serve già infiocchettate e pronte, dosando aneddoti, colpi di scena e tempi alla perfezione, […]

L'articolo Ti ricordi… La classe di Franco Cerilli: “Paolo Rossi un amico vero, mi commuovo guardando le foto. Oggi si toglie ai bambini la fantasia” proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Avevo diverse squadre che mi seguivano nel ’74, tra queste c’era il Genoa che però mi bocciò, aveva Suarez come osservatore. Mi prese l’Inter e chi trovai sulla panchina? Suarez!”.
Franco Cerilli è uno di quelli che le interviste te le serve già infiocchettate e pronte, dosando aneddoti, colpi di scena e tempi alla perfezione, proprio come dosava gli assist per i compagni da calciatore. Una caratteristica che a 20 anni, nel 1973, gli vale lo status di giovane promessa mentre gioca in C, alla Massese, e l’attenzione di tanti grandi club: “Dal Genoa alla Fiorentina e altre società che non ricordo anche perché non ci dicevano nulla. Suarez era l’osservatore del Genoa e mi bocciò, poi lessi dai giornali che ero stato ceduto all’Inter”.

Era l’estate 1974, una vita fa, quando un calciatore veniva ceduto praticamente a sua insaputa scoprendolo solo dai giornali: “Non mi avevano detto nulla, davvero. Probabilmente fu perché in un’amichevole c’erano tra gli spettatori anche i coniugi Fraizzoli (Ivanoe all’epoca era il presidente dell’Inter) e feci bene, tanto che mi fecero osservare per tutto l’anno e poi mi presero. Il prezzo? 200 milioni più Mutti e un’amichevole”. L’etichetta per Cerilli è di quelle pesanti: è l’Inter del post Herrera, e lui deve essere ‘il Nuovo Corso‘: “Cosa che mi dà ancora fastidio: giocatore meraviglioso per carità, ma a me piaceva Sivori, avevo anche il poster in camera”.

E per sostituire Herrera i Fraizzoli vorrebbero il profeta dell’Ajax Kovacs in panchina, ma il colpo non riesce e allora si punta su Luisito Suarez: “La prima da titolare la giocai a marzo contro la Lazio, vincemmo tre a uno e feci molto bene, i giornali parlavano tutti di me. Poi alla successiva c’era il derby col Milan e il mister mi mise in un ruolo non mio, a sinistra: avevo contro Sabadini e non solo dovevo attaccare, ma pure correre dietro a un centometrista come lui e da lì fui messo in naftalina”.

Tutta l’esperienza in nerazzurro, dunque, non prese una bella piega: “Nè Suarez né Chiappella mi fecero giocare granché, l’Inter era anche in una fase di transizione e io non mi sono espresso completamente. Però sono anni che ricordo con orgoglio e contentezza, ho giocato con gente come Facchetti e Mazzola, conosciuto persone come Boninsegna e Bertini. Bonimba era una belva dentro il campo quanto dolce, gentile ed educato fuori, Bertini una grandissima persona: da loro ho imparato tanto”.

L’Inter lo manda in prestito al Lanerossi Vicenza: “Il primo anno abbiamo vinto il campionato di B, poi mi mandarono al Monza in prestito ma a novembre richiamò il Vicenza e andai subito lì. Arrivammo secondi in campionato, ma senza mai pensare di poter vincere lo Scudetto: ci divertivamo, eravamo forti ma non in grado di vincere il campionato. Un gruppo vero: pensate che per dieci anni, dopo che abbiamo smesso, ci vedevamo ogni sabato sfidando squadre dei campionati minori per poi andare a cena”. Con lui c’è Pablito Rossi: “Eh, un amico vero. Mi commuovo ancora a guardare le foto: siamo stati amici per 45 anni. A Napoli, visto che Paolo non segnava da tanto, invece di tirare in porta quando ero solo davanti al portiere gliela passai per fargli far gol: vincemmo 4 a 1 e il San Paolo ci applaudì anche. Paolo era una persona stupenda, non è mai stato divo neppure dopo il Mondiale vinto nell’82, si fermava con tutti e aveva un sorriso per tutti. Io uno come lui non l’ho mai conosciuto e mi manca ancora oggi”.

E nel calcio di oggi, oltre a Paolo Rossi, manca anche altro secondo Cerilli: “Non c’è fantasia, ma è normale se non si vede più un bambino che gioca per strada: a sei anni li portano alle scuole calcio e invece di provare i colpi che gli vengono in mente fanno la tattica. I risultati penso siano sotto gli occhi di tutti”.

L'articolo Ti ricordi… La classe di Franco Cerilli: “Paolo Rossi un amico vero, mi commuovo guardando le foto. Oggi si toglie ai bambini la fantasia” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Читайте на 123ru.net