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Treviso, cartelle cliniche incomplete: esposto per falso contro l’Ulss

Cartelle cliniche consegnate incomplete ai familiari di una paziente morta: Ulss 2 denunciata per falso in atto pubblico.

Il caso

L’anziana madre muore, la famiglia chiede le cartelle cliniche all’Ulss per verificare se si sia trattato di un caso di malasanità. Il caso nasce così.

L’azienda sanitaria consegna le due cartelle cliniche, relative ad altrettanti ricoveri dell’anziana negli ospedali di Treviso e di Vittorio Veneto, e la famiglia, a quel punto, documenti alla mano, avvia un contenzioso.

A giudizio l’Ulss 2 Marca Trevigiana, secondo la denuncia, deposita due «copie conformi» delle cartelle cliniche in questione, rispettivamente di 160 e di 27 pagine.

La sorpresa scatta qui: le stesse – o presunte tali, a questo punto – cartelle consegnate ai familiari della paziente deceduta erano di 76 e 19 pagine.

Dimezzate, di fatto. Perché? La famiglia non lo sa, l’Ulss non glielo spiega. Da qui l’esposto alla Procura della Repubblica di Treviso, scattato poche settimane fa a firma dell’avvocato Nicola Todeschini, con la richiesta di sequestro preventivo degli atti.

I ricoveri e gli atti

La famiglia della donna, residente nella zona del Vittoriese, ha avviato l’iter iniziale di richiesta delle cartelle cliniche per verificare se si potesse configurare, come detto, un caso di «malprassi», nello specifico una presunta intempestiva diagnosi di una patologia che poi aveva portato a morte della paziente.

La paziente era stata ricoverata in ospedale prima a Treviso, poi a Vittorio Veneto, nel marzo del 2018. Dopo il decesso, a luglio e agosto dello stesso anno l’azienda sanitaria ha consegnato alla famiglia il doppio fascicolo. Solo che, come detto, le cartelle «conformi» depositate poi in sede di contenzioso erano ben più corpose.

L’esposto

L’Ulss 2, secondo l’esposto presentato dall’avvocato della famiglia, non ha «ritenuto di offrire qualsivoglia spiegazione» in merito.

Da qui la denuncia: «Riteniamo quindi che, non potendo sussistere due copie autentiche dello stesso atto pubblico diverse tra loro, sia necessario che, anche per rilevanza straordinaria del teme e della necessità che i cittadini possano far affidamento sul contenuto degli atti pubblici, tanto più quando la loro composizione è sottoposta alla responsabilità e alla custodia dell’ente pubblico, come nel caso della documentazione sanitaria, e tenuto conto che si tratta di tema che riguarda la collettività e altre, potenzialmente infinite, occasioni nelle quali la Pubblica amministrazione dimostri l’arroganza di compilare i documenti pubblici in base alle proprie necessità, ci auguriamo che le indagini e la verifica dei documenti portino la Procura a ritenere la sussistenza di condotte rilevanti anche penalmente».

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