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Il Comune di Padova compra l’Mpx per 3,3 milioni: diventerà auditorium assieme al Pollini

Il Comune di Padova compra l’Mpx per 3,3 milioni: diventerà auditorium assieme al Pollini

Cariparo finanzierà con 1,8 milioni i lavori di adeguamento, sarà anche nuova sede dell’Orchestra di Padova e del Veneto

Da trent’anni Padova si avvita attorno all’idea di un nuovo auditorium, quella casa della musica che manca in una città dalle mille realtà del settore, alcune di livello nazionale.

Dallo schizzo di Oscar Niemeyer per Prato della Valle, al concorso di idee per piazzale Boschetti vinto da Klaus Kada, dalla conchiglia di Carli e Moschino in Palazzo Foscarini per arrivare al “sogno di Natale” di una struttura nell’ex Prandina. Messi da parte i progetti faraonici, Sergio Giordani ha scelto una soluzione dallo stile understatement.

Il Comune acquisterà dalla Diocesi per 3,3 milioni l’ex cinema Mpx e lo sistemerà per ospitare i concerti, subito dopo partirà il restauro dell’auditorium Pollini.

Un’operazione da 15,7 milioni di euro (12,4 dei quali messi da Fondazione Cariparo) che alla fine di tutti i lavori – probabilmente nel 2029 – lascerà alla città due sale per la musica: il Pollini e l’Mpx, che sarà anche sede dell’Orchestra di Padova e del Veneto.

L’ok all’acquisto dell’Mpx

Martedì 16 luglio la giunta ha approvato l’acquisto della ex multisala di via Bomporti per 3 milioni e 350 mila euro. Quella della Diocesi era l’unica offerta arrivata al bando emanato dal Comune e il valore è stato ritenuto congruo da una perizia del docente del Bo Giuliano Marella.

Il complesso è stato realizzato nel 1956, su progetto degli architetti Vincenzo e Valentino Bonato, in un’area vicino alla Curia. Nel 2002, dopo lavori di ristrutturazione, ha riaperto come multisala con un grande spazio da 556 posti e altre due piccole sale da 90 posti.

Negli ultimi mesi i tecnici del Comune – anche assieme agli esponenti delle realtà musicali del territorio – hanno effettuato diversi sopralluoghi per ipotizzare i lavori di adeguamento a una sala per la musica. I lavori costeranno 1 milione e 875 mila euro, finanziati dalla Fondazione Cariparo.

La delibera prevede poi che lo spazio sia assegnato tramite comodato d’uso alla Fondazione Opv, unica istituzione concertistica-orchestrale in Italia a non avere una sede (contrariamente a quanto previsto dalla legge).

Piccola curiosità: tutto il materiale per le proiezioni cinematografiche resterà nell’edificio e le due salette potranno tornare ad essere utilizzate come cinema d’essai.

Il progetto passo dopo passo

In questi mesi sono in corso i lavori di restauro di Palazzo Foscarini – realizzati grazie a Intesa San Paolo, che trasferirà in piazza Eremitani la sua filiale principale in città – che consentiranno l’ampliamento del conservatorio Pollini.

Adesso, una volta che sarà formalizzato l’acquisto dell’Mpx, inizieranno i lavori di ristrutturazione dell’ex multisala che dureranno presumibilmente fino al 2026. Nel frattempo si progetterà il restauro dell’auditorium Pollini (anche questo sostenuto con 12 milioni da Cariparo), i cui lavori però inizieranno solo dopo la conclusione di quelli dell’Mpx, in modo da non privare la città di una sala per i concerti.

Per l’auditorium di via Cassan serviranno due step da 18 mesi ciascuno: nel primo si metterà a posto la sala con i suoi 600 posti, nel secondo si realizzeranno tutti gli annessi come il foyer e la caffetteria.

Nel 2029 Padova si ritroverà con un auditorium diffuso su tre sale: Pollini da 600 posti e Mpx da 550, mentre per i grandi eventi si potrà utilizzare la sala Giotto del centro congressi in Fiera (1.380 posti), che si è già dimostrata adatta a ospitare anche iniziative musicali.

Il grazie del sindaco

«Voglio ringraziare tutti coloro che hanno permesso questa complessa operazione e in particolare don Lorenzo Celi, vicario episcopale per i beni temporali – commenta il sindaco Sergio Giordani – L’Mpx diventerà la sede dell’Opv, uffici compresi, ma sarà uno spazio a disposizione della città, aperto a tutti, un luogo di cultura nel cuore della centro. Con questa operazione evitiamo un buco nero, un vuoto. Questa operazione, che è un po’ un piccolo puzzle, ci permetterà di avere due spazi adatti alla musica, pubblici, riqualificati. Non solo, l’auditorium Pollini è parte integrante del conservatorio, che ne gestisce e coordina le attività dal 1981, ed è un fondamentale spazio didattico. Lo spostamento della didattica all’Mpx per il tempo necessario dei lavori di ristrutturazione garantisce spazi adatti alla formazione musicale delle centinaia di ragazze e ragazzi che scelgono questo percorso».

Soddisfatto l’assessore Colasio

«La questione del nuovo auditorium ha segnato con forza le politiche culturali di questi ultimi venti anni, generando delle vere e proprie linee di frattura in città – ricorda l’assessore alla cultura Andrea Colasio – Oggi, con un sano realismo ci si orienta verso una soluzione molto pragmatica, dai costi contenuti e che indubbiamente tiene conto dei futuri costi di gestione. E senza consumo di suolo».

Un’esigenza non più prorogabile per una città dalla scena musicale così ampia: «Vorrei ricordare che Padova produce cultura musicale e che l’attività concertistica delle varie istituzioni – con quasi 50 mila biglietti staccati tra Opv, Solisti, Amici della Musica, Festival Bartolomeo Cristofori – garantisce opportunità professionali a oltre 500 professionisti tra tecnici ed orchestrali. Trasformare l’Mpx in casa della musica significa anche dare continuità alla operatività di una prestigiosa istituzione culturale, che da molti anni costituisce un vero e proprio presidio in quell’area della città».

La critica di FdI

«L’ennesimo coniglio uscito dal cilindro di un’amministrazione circense». Così il capogruppo dei Fratelli d’Italia Matteo Cavatton bolla l’operazione. I dubbi dell’opposizione non mancano e sono emersi durante la presentazione dell’operazione ai consiglieri in commissione: «Perché il Comune acquista l’ex cinema Mpx senza trattare sul prezzo, stabilito unilateralmente dall’ente ecclesiastico? Perché la perizia asseverata che, guarda caso, certifica che il prezzo proposto dalla Curia è congruo, non è allegata agli atti consegnati ai consiglieri comunali? Perché la si porta in commissione senza che i consiglieri abbiano potuto leggere la perizia? Ricordo che il Comune, oltre ai costi di acquisto, dovrà sostenere anche le spese di gestione e non è dato sapere a quanto ammonteranno. Ma soprattutto: quando si chiede anche solo di ripulire un edificio pubblico da scritte oscene, il Comune risponde che non ci sono soldi. Ma tre milioni e mezzo di euro per acquistare un immobile dalla Curia si trovano in un baleno. Chissà che non ci guadagnino almeno una benedizione», conclude Cavatton.

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