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“Più vicina a Meloni che ai Verdi”: la previsione di Alemanno (Hec) sulla nuova Commissione Ue

commissione ue Meloni verdi

La nuova Commissione Ue sarà “di centro-destra/destra-centro”, decisamente più vicina alle posizioni di Giorgia Meloni che a quelle dei Verdi. A prevederlo è Alberto Alemanno, docente di Diritto comunitario alla Ecole des Hautes Etudes Commerciales (Hec) di Parigi. Per l’esperto i Verdi, che pure con il loro voto sono stati determinanti per l’elezione di Ursula […]

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La nuova Commissione Ue sarà “di centro-destra/destra-centro”, decisamente più vicina alle posizioni di Giorgia Meloni che a quelle dei Verdi. A prevederlo è Alberto Alemanno, docente di Diritto comunitario alla Ecole des Hautes Etudes Commerciales (Hec) di Parigi. Per l’esperto i Verdi, che pure con il loro voto sono stati determinanti per l’elezione di Ursula von der Leyen, sono condannati all’irrilevanza politica e anche socialisti e liberali avranno un peso secondario a fronte di un “Ppe egemonico” e di una Commissione tutta orientata a destra.

La nuova Commissione Ue sarà “culturalmente e politicamente” in sintonia con Meloni

Nonostante le sue “apparenze filo-Ue e progressiste”, la nuova Commissione “sarà una Commissione di centro-destra/destra-centro, forse la prima in assoluto. Sarà culturalmente e politicamente più in sintonia con l’Ecr di Giorgia Meloni e con i Patrioti di Viktor Orban che con i Verdi”, scrive Alemanno in un commento inviato via e-mail di cui dà conto l’agenzia di stampa Adnkronos. “Senza i voti dei Verdi – ricorda il professore – von der Leyen non avrebbe avuto la maggioranza in Parlamento, poiché circa 50 deputati hanno abbandonato la maggioranza Ursula, molto probabilmente Liberali e Socialisti. Questi sono stati sostituiti dal voto dei Verdi (85%) che hanno dato un ‘assegno in bianco’ a von der Leyen, nonostante le sue priorità politiche fossero più vicine al Ppe di chiunque altro nel centrosinistra”.

La previsione dell’esperto: Verdi irrilevanti, Socialisti e Liberali ai margini

I Verdi, si legge ancora nell’analisi di Alemanno, “non fanno parte della maggioranza di von der Leyen (come ha affermato chiaramente) e in ogni caso non avranno alcuna possibilità di chiedere conto a von der Leyen delle sue promesse”. “Non è così – chiarisce il docente della Hec – che funziona il sistema dell’Ue, ed è questa la ragione per cui qualsiasi gruppo che sostiene von der Leyen avrebbe dovuto chiedere la formalizzazione di un accordo di coalizione. Neanche i Socialisti, che si accontentano di un commissario per l’edilizia abitativa e poche altre promesse vaghe, e i Liberali, che hanno ottenuto promesse slogan per proteggere lo Stato di diritto, avranno il sopravvento”.

Verso un Ursula bis “di centro-destra/destra-centro”

Von der Leyen, osserva ancora Alemanno, “è ora libera di istituire una Commissione di centrodestra, forse di destra-centro, e di perseguire quell’agenda politica senza essere politicamente né legalmente responsabile nei confronti dei Verdi, né dei Socialisti e dei Liberali, ma solo verso un Ppe egemonico”. “Potremmo aspettarci che metà del nuovo collegio dei commissari sia composto dal Ppe (13), per lo più responsabili di portafogli chiave, nonostante la loro provenienza geografica, più 2 Ecr, cosa che darà alla ‘Vdl 2.0’ una maggioranza permanente (di centrodestra) all’interno del collegio. Vanno aggiunti 5-6 Liberali, solo 3 Socialisti, e nessun Verde”. Insomma, “la ‘grande vittoria’ di Von der Leyen passerà alla storia come una vittoria di Pirro per il progetto dell’Ue”.

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