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RenzElly: Matteo sogna l’abbraccio politico. Ma da Calenda a Conte tutti d’accordo: non è una cosa seria

Si chiama RenzElly il sogno di una notte di mezza estate dell’opposizione, ma dalle reazioni dei diretti interessati rischia di diventare un incubo. Nella foto dell’abbraccio allo stadio de L’Aquila tra lui ed Elly Schlein alla Partita del cuore ci sarebbe infatti la nascita di un nuovo rapporto tra Pd e Iv: a garantirlo Matteo […]

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Si chiama RenzElly il sogno di una notte di mezza estate dell’opposizione, ma dalle reazioni dei diretti interessati rischia di diventare un incubo. Nella foto dell’abbraccio allo stadio de L’Aquila tra lui ed Elly Schlein alla Partita del cuore ci sarebbe infatti la nascita di un nuovo rapporto tra Pd e Iv: a garantirlo Matteo Renzi.

“Il Pd di Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022. Ma anche noi abbiamo un obbligo, allora – dice il leader di Italia Viva al Corriere – non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il no ai veti non può che essere reciproco”.

Matteo chiama la Schlein e punta a entrare nel campo largo

“Noi alle Europee abbiamo sfiorato il 4% – aggiunge – e dunque abbiamo un consenso che alle prossime Politiche può fare la differenza in almeno una trentina di collegi marginali. Saremmo decisivi. Per noi è tempo di scelte. O si riapre la partita del Terzo Polo o si prende atto che il centro è decisivo solo se si allea in modo strutturale” con la prospettiva di “costruire un centro che guarda a sinistra. Accettare la nuova sfida significa costruire una coalizione organica dove noi proviamo a occupare il campo riformista almeno come altri provano a occupare lo spazio più a sinistra. Questa sarà la proposta che porterò all’Assemblea Nazionale di Iv”. Una alleanza con Schlein, Conte e gli altri “non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante. La maggioranza è divisa su tutto, però sta insieme grazie al potere, senza pudore. L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire va costruita l’alternativa, dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti”.

Dal Pd arriva la replica cautissima e degna di un trapezista di Francesco Boccia. “Schlein non ha posto mai veti su nessuno e non è disposta a subirne. E questa è la posizione del Partito democratico, non ci saranno veti per nessuno e nessuno può porne”. Insomma, il vuoto pneumatico.

RenzElly: da Conte a Calenda, non è una cosa seria

Ma il progetto RenzElly per Carlo Calenda, “fa ridere, ho iniziato la legislatura con Renzi che diceva di voler fare il partito dei liberaldemocratici, faceva votare Ignazio La Russa nella prima sessione del Senato, poi si proclamava erede di Silvio Berlusconi, poi andava con Emma Bonino e, subito dopo le elezioni politiche, diceva che va bene con i 5 Stelle. Questo è il modo di fare politica di Matteo. È una persona intelligente e abile, ma se deve allearsi con i nazisti dell’Illinois o con i marxisti-leninisti, lo fa”.

La proposta di Renzi viene respinta al mittente anche da Conte. “Negli ultimi anni Renzi si è vantato di avermi mandato a casa, e oggi che fa? Alle sue dichiarazioni rispondo semplicemente che per noi del Movimento 5 stelle la politica è una cosa seria”, dice il leader pentastellato.

L’ipotesi di un’alleanza di Italia Viva con Pd e M5s viene vissuta con fastidio anche tra i renziani. Sui social il deputato di Iv Luigi Marattin, avverte che non ci sta a entrare “nel campo largo’ con Conte e Fratoianni”. Marattin chiede quindi a Renzi “di chiarire fin da subito che proporrà all’Assemblea di far compiere questa decisiva scelta a tutta la comunità di Italia Viva, tramite un congresso sereno, trasparente e leale. In cui far scegliere a tutti gli iscritti la collocazione politica del partito. Non si comprende, infatti, cosa ci sia di tanto sbagliato – o pericoloso – nel far scegliere a tutta la comunità politica di Italia Viva il proprio futuro politico”. Il patto RenzElly rischia di essere tuttaltro che facile e indolore.

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