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Due giorni in coma dopo lo schianto: «Ringrazio chi mi ha salvato la vita»

«Mi sento come un miracolato, ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno aiutato: gli operatori sanitari del Suem e dell'elisoccorso sono stati tempestivi e mi hanno salvato la vita. Grazie davvero a medici, infermieri e forze dell'ordine». Michele, 57 anni, meccanico di Mareno, due settimane fa ha lottato tra la vita e la morte, in seguito ad un incidente lungo la provinciale 44 in via IV a Vazzola.

Adesso ha potuto fare ritorno a casa, seguirà un periodo di riabilitazione con controlli periodici, giovedì è stato in osservazione in ospedale per verificare il decorso di una lesione all'occhio. Michele fa parte di una famiglia di meccanici: il padre Lino e lo zio gli aveva trasmesso la passione e i segreti del mestiere, un'attività avviata negli Anni '50 e che prosegue con lui. Quel giorno stava provando lo scooter di un cliente che doveva sistemare, quando ha perso inspiegabilmente il controllo del veicolo.

«Dell'incidente non mi ricordo proprio nulla – racconta - Sono stato in coma per due giorni, mi sono risvegliato in un letto d'ospedale, attorno c'erano la mia fidanzata e le mie sorelle». La compagna e i familiari sono rimasti sorpresi. «Michele tasi che te si qua – gli hanno detto -, i dottori non ci avevano promesso bene». «Eo succes che», era stata la sua risposta. «Adesso posso sorridere anche di quello – dice Michele -, però per qualche giorno sono stati tutti in grande apprensione». Il meccanico aveva riportato un grave trauma cranico, ed era stato ricoverato in Terapia intensiva e poi in Neurologia al Ca' Foncello.

«Medici e infermieri si impegnavano per me e le altre persone che era ricoverate lì, voglio ringraziarli perché posso ancora condividere la mia vita con i miei familiari e amici. Il 2 luglio poteva essere finito tutto». Michele aveva già vissuto sulla propria pelle il dolore di una vita spezzata: nel 2012 aveva perso una nipote di 18 anni, vittima di un incidente stradale. «Mi hanno detto che quel 2 luglio i mezzi del Suem sono arrivati in brevissimo tempo, anche l'elisoccorso, tutto fatto molto velocemente e con professionalità – spiega -. Grazie anche ai carabinieri di Conegliano che sono intervenuti».

In paese è conosciuto e ancora di più tra gli appassionati di due ruote. Gli sono arrivati tantissimi messaggi quando era in ospedale, e non potendo all'inizio utilizzare il cellulare, cercherà di rispondere a tutti i prossimi giorni. Michele è una persona umile, non ama comparire, il suo vuole essere un messaggio di vita e di speranza. «Ciò che conta è testimoniare la fortuna di essere ancora qui, grazie a chi mi ha aiutato – conclude -. Nella vita bisogna davvero saper dire “grazie”».

E il pensiero alla fine va al suo grande amico Fabrizio Bortolin, una delle vittime del Molinetto della Croda. «Fabrizio era mio compare, mia classe, siamo cresciuti insieme, come due fratelli». I due amici condividevano la passione per le Vespe e così anche Michele vuole esserci il 4 agosto, quando, in occasione del decennale della tragedia del Molinetto della Croda a Refrontolo, i vespisti saliranno in sella per ricordare Bortolin, il fratello Daniele scomparso a 51 anni per un tumore, e Giancarlo “Pompier” Damian, promotori del gruppo vespisti “Amici delle vecchie glorie”, oltre alle altre vittime del Molinetto.

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