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Nek e Renga live a Pordenone: «I nostri tour passano sempre dal Friuli»

«I nostri tour passano sempre dal Friuli. Poi io, quasi per caso, sono nato a Udine perché mio padre, sottoufficiale della Guardia di Finanza, nel ’68 comandava la brigata di Pontebba e quindi nacqui nell’ospedale udinese»: Francesco Renga, cresciuto a Brescia nonostante le “casuali” origini friulane, torna in regione sabato alle 21.30, al Parco San Valentino di Pordenone, per il tour in coppia con Filippo Neviani in arte Nek.

Due grandi voci della musica italiana che ormai sembrano inseparabili, tanto che il progetto viene identificato come RengaNek. «Questo modo di stare insieme – dicono – ci ha aiutato a crescere, uno compensa l’altro, ci confrontiamo e veniamo incontro».

L’estate scorsa avete suonato a Majano, il pubblico friulano cosa vedrà di diverso questa volta?

Nek: «Abbiamo cambiato alcuni connotati, rovesciato la scaletta, daremo qualcosa in più soprattutto per chi torna a vederci e ci ha applaudito qualche mese fa, e anche per stimolare noi stessi».

Vi scambiate ancora le canzoni?

Nek: «È proprio quella l’idea di fondo, miscelare i due stili vocali e cantare i pezzi l’uno dell’altro, condividere le canzoni come se noi fossimo un unico artista, un’entità a sé».

Renga: «È molto divertente perché si sprigiona un’energia incredibile, questo nasce da un’amicizia profonda, dalla condivisione delle nostre vite. C’è voglia di rimettersi in discussione, quello che facevamo da soli ora lo facciamo in due ed è un modo anche per alleggerirsi, dove non arriva uno arriva l’altro».

Come vi dividete il palco?

Nek: «C’è una piccola parentesi in cui ognuno di noi si ritaglia un suo spazio: ci sono dei brani di Francesco, come “Vivendo adesso”, che canto da solo e sembra che sia sempre stato mio. È un concerto veramente rodato al 100%. Un karaoke dove c’è una sequenza di singoli, i pezzi più iconici e emblematici delle carriere. Un repertorio che la gente sa a memoria e che sappiamo ha voglia di ascoltare e cantare con noi. È un bel viaggio temporale, dai Timoria a Sanremo».

La scaletta?

Renga: «Le scalette si fanno “a sentimento”, il segreto è quello di riuscire a dare dei tempi e un ritmo al concerto, in modo che il pubblico possa godere con te. Si deve emozionare, prima di tutto, divertire e cantare. Questo è un tour di hit mie e di Filippo, e il fatto che ci sia questa sorprendente idea di scambiarci i brani e di cantare ognuno quelli dell’altro è un ingrediente in più».

Nek: «Ci sono dei momenti in cui ascolteranno delle ballate, altri in cui non riusciranno a stare fermi e si deve saltare per forza. C’è una dinamica studiata apposta per far sì che le persone siano sempre sorprese di ascoltarci, o almeno questo è il nostro intento

All’ultimo Sanremo avete gareggiato con “Pazzo di te”. Ora è uscito un nuovo singolo, “Dolcevita”. Cosa racchiude?

Nek: «Tra i tanti scritti che non abbiamo inserito nell’album, un pezzo con un riff accattivante che potesse accompagnarci nel tour estivo. La nostra dolcevita è un tour fatto con tutti i crismi e le nostre passioni che possiamo condividere con gli altri. Credo sia un bel modo per prendere la vita dolcemente».

Renga: «La dolcevita per noi è anche, soprattutto in questo momento, fare questo tour insieme».

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