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Cuceglio, per il bimbo autistico un’assistenza ridotta alla metà

Cuceglio, per il bimbo autistico

un’assistenza ridotta alla metà

foto da Quotidiani locali

CUCEGLIO Angelo (nome di fantasia) vive a Cuceglio con i genitori, ha 7 anni ed un disturbo dello spettro autistico che, come tutte le problematiche di questa natura, necessita di un percorso di sostegno a scuola, pagato dall’Asl/To4, in base alla certificazione. Ma anche durante l’estate, nei centri estivi se i genitori lavorano.

In questo caso però la spesa dell’educatore deve essere sostenuta dal Comune di residenza. L’esecutivo del sindaco Antonino Iuculano nell’affrontare la questione lo scorso maggio, si è però reso disponile al pagamento di 120 ore complessive: ovvero di 4 ore al giorno, mentre la normativa in vigore prevede il sostegno per due mesi, 8 ore al giorno.

«Siamo un Comune che sta rientrando faticosamente da un dissesto finanziario – si giustifica il sindaco -. Non possiamo permetterci di sostenere una spesa di questa natura. Che sarebbe di circa 3 mila euro. Crediamo poi che 4 ore al giorno siano sufficienti. Noi abbiamo fatto tutto il possibile intavolando un dialogo con la famiglia nell’ambito del “progetto di vita”, che è stato organizzato per il bimbo di concerto con il Cissac e l’Asl/To4. Il minore ha il sostegno a scuola dall’anno scorso, quando ha frequentato il primo anno della primaria – e come Comune paghiamo un educatore che lo assiste per un’ora durante la refezione scolastica».

Azioni che il Comune avrebbe però messo in campo solo dopo le sollecitazioni del legale che tutela la famiglia.

«Le difficoltà – spiega Lucrezia Lova, la mamma di Angelo – sono cominciate l’anno scorso, quando il Comune aveva preso tempo, sostenendo che il pagamento del centro estivo avrebbe dovuto pagarlo il consorzio socio-assistenziale. A quel punto, trattandosi di un’evidente discriminazione, con il solito rimpallo di responsabilità, mi sono informata attraverso la onlus “Vorrei prendere il treno”, che mi ha offerto anche un sostegno legale. L’anno scorso comunque mio figlio è stato costretto a restare a casa, seguito da mio marito che ha richiesto il congedo parentale. Quest’anno invece solo grazie all’intervento dell’avvocato, ci sono state concesse le 120 ore: briciole rispetto a quanto occorre, poiché un bimbo con delle fragilità come quelle di mio figlio, autistico ad alta funzionalità, non deve interrompere la socializzazione con i suoi compagni. Invece ci siamo sentiti dire che 4 ore di socializzazione al giorno sarebbero certamente bastate e siamo stati pure redarguiti perché nessuno finora aveva fatto richiesta di assistenza per tutte le otto settimane di operatività».

Per vedere riconosciuti i loro diritti la famiglia di Angelo ha quindi presentato ricorso al Tar.

«In questo modo – sottolinea Lova – speriamo che mio figlio il prossimo anno possa avere quello che hanno tutti i bambini con problemi nello spettro autistico: la libertà di poter stare con gli altri, di poter imparare e scoprire e continuare nel percorso di miglioramento»

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