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San Giorgio, la recinzione di Giovetti finisce al Tar dopo 44 anni dalla sua costruzione

San Giorgio, la recinzione di Giovetti finisce al Tar dopo 44 anni dalla sua costruzione

foto da Quotidiani locali

SAN GIORGIO CANAVESE. Il muro di recinzione della nota pasticceria Giovetti, costruito nel 1980, finisce al Tar. Dove i giudici hanno sospeso in via cautelare l’ordinanza di demolizione emessa dal Comune di San Giorgio, su richiesta del Consorzio irriguo Est Orco.

Il motivo? Secondo l’amministrazione, rappresentata dall’avvocato Marco Yeuillaz, e il Consorzio irriguo Est Orco, avvocati Stefano Cresta e Mara Fosforo, è abusivo, mentre secondo la società Greni Food srl, difesa dall’avvocato Danilo Pastore, non lo è. E i giudici, in via cautelare, hanno dato ragione al privato, che non dovrà demolire la recinzione come prescritto l’8 aprile scorso a due mesi esatti dalle elezioni.

Infatti, il giudice della seconda sezione, Gianluca Bellucci, scrive che una concessione edilizia sembra esserci e sarebbe stata rilasciata nel 1979.

Curiosa, però, è anche la questione della costituzione in giudizio del Comune di San Giorgio Canavese. Perché la procura è stata concessa all’avvocato, per opporsi al ricordo da parte di Greni Food, dall’ex sindaco di San Giorgio Andrea Zanusso. Ma il 10 giugno 2024. Cioè, a urne comunali già chiuse, che avrebbero incoronato come suo successore l’attuale sindaco Marco Baudino, in continuità con l’amministrazione uscente, visto che Zanusso non si era nemmeno presentato alle consultazioni.

Così il Comune, l’8 luglio, ha conferito una nuova procura per resistere in giudizio all’avvocato Yeuilliaz. Oltre a una delibera per annullare l’ordinanza e i verbali di sopralluogo che disponevano la demolizione. La prossima udienza davanti al tribunale amministrativo della Regione Piemonte è stata fissata per il 6 novembre 2025. Il muro, dunque, sarà salvo per i prossimi 15 mesi e a meno di colpi di scena rispetto all’autorizzazione del ’79, non sarà considerato abusivo.

Il problema, in realtà, risiede sotto il muro e la recinzione metallica. La questione è un tubo di canalizzazione di un fosso irriguo del Consorzio Est Orco. Si legge nel verbale: «Sul confine Ovest del terreno - è scritto nell’ordinanza, come risultato del verbale di sopralluogo del 23 dicembre 2023 - è presente un tubo di canalizzazione di un fosso irriguo che presenta in alcuni punti evidenti dissesti. Sopra il tubo è presente una recinzione costituita da cordolo in cemento armato fino al piano del piazzale dell’immobile, alto circa 80-90 centimetri con soprastante ringhiera metallica alta circa 140 centimetri avvitata. La recinzione presenta in più punti segni di cedimenti e dissesti». Il procedimento era iniziato proprio su segnalazione del Consorzio irriguo, che aveva segnalato come la presenza del muro influisse sullo stato di degrado del tubo.

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