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Federico Cinà: “A Wimbledon potevo fare meglio, ma allenarsi con Musetti sul Centrale è una magia” [ESCLUSIVA]

“Già a 11 mesi colpivo con bottiglie e mestoli”. Così il 17enne figlio d’arte che non pensa al ranking: “I miei obiettivi sono solo di crescita fisica, mentale e tecnica”

Il tennis italiano sta vivendo uno dei periodi migliori di sempre. Jannik Sinner è il numero 1 del mondo, Jasmine Paolini in un estate fa due finali Slam in singolare e diventa numero 5 del ranking WTA, senza dimenticare tutti gli altri e le altre che di soddisfazioni ce ne stanno dando a bizzeffe, a partire dalla vittoria della Coppa Davis, e chissà quante altre ancora ce ne regaleranno.

È giusto però chiedersi: per il futuro come siamo messi? Sia la FITP che gli appassionati di tennis – o anche semplicemente chi ha iniziato a seguirlo da poco – non desiderano sicuramente che questo periodo sia solo come il passaggio fugace di una meteora. Volgendo lo sguardo ai piani bassi, si trovano tanti giovanissimi atleti che fanno ben sperare anche per gli anni avvenire, su tutti “pallino”, o per meglio dire, Federico Cinà. Figlio d’arte che il tennis, grazie a papà Francesco (storico coach di Roberta Vinci) lo mastica quasi dalla nascita. Attuale numero 981 del ranking ATP di singolare, e 637 di doppio, a livello Juniores si è distinto in diversi tornei, portandosi ai vertici della classifica ITF (attualmente al 5° posto toccando il numero 4 il 1 gennaio di quest’anno). Il classe 2007 si racconta in esclusiva a Ubitennis tra sogni, ambizioni e tanta voglia di lavorare. Abbiamo un’altra stella nel firmamento del tennis italiano? Aspettiamo, senza fretta, e vediamo.

Domanda, Edoardo Diamantini: Ti va di raccontarci i tuoi inizi nel mondo del tennis?

Cinà: “Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo 3 anni, ma in realtà ho visto alcuni video di quando avevo 11 mesi, che giocavo tutto il tempo seduto con bottiglie vuote o mestoli colpendo una pallina da tennis… dicono fosse il mio gioco preferito (sorride). Trascorrevo gran parte delle mie giornate al circolo insieme a mio padre, e soprattutto chiedevo di giocare di continuo a tutti, sono praticamente cresciuto in un campo da tennis!”.

D: Nel tuo caso ‘’essere il figlio di Francesco Cinà’’ è stato rilevante o inutile?

Cinà: “Mi ha aiutato perché lui è un ottimo allenatore e soprattutto ho sempre amato trascorrere del tempo con lui come padre; quindi unire le due cose mi ha sempre reso felice, credo che questa cosa sia stata una grande fortuna!”.

D: Che rapporto hai con tuo padre? Essendo anche il tuo coach, lo vivi da coach o la componente paterna prevale?

Cinà: “Io e papà abbiamo un ottimo rapporto, mi sono sempre divertito molto con lui. Fino a non molto tempo fa, facevamo sempre sfide in campo, ma anche a padel, a calcetto ecc… mi sento fortunato perché lui è un genitore equilibrato, anche se so che alcune volte per lui non è facile essere tutte e due le cose”.

D: Cosa provi nel vedere questi tanti ragazzi italiani ottenere i risultati del giorno d’oggi?

Cinà: “Il tennis italiano oggi è grandioso. Credo che per noi giovani sia un grande traino. La nostra Federazione sta facendo un lavoro grandioso, in Italia ci sono tornei ogni settimana. Spero un giorno di poter competere con loro”.

D: Sinner, Musetti, Berrettini, Arnaldi, Darderi ecc… te la senti di dirci che potresti essere il prossimo?

Cinà: “Ci sto provando, spero tanto di sì”.

D: Hai obiettivi di ranking o risultati?

Cinà: “No, niente ranking. I miei obiettivi sono solo di crescita, miglioramento fisico, mentale e tecnico. Il percorso è lungo e il lavoro da fare è tanto, giorno dopo giorno”.

D: Un commento sul tuo Wimbledon Junior da poco giocato?

Cinà: “Questo è il secondo anno che ho giocato a Wimbledon. L’anno scorso venivo da un brutto infortunio durante il Roland Garros (due legamenti della caviglia rotti, ndr). Avevo avuto pochi giorni per recuperare e sono voluto andare ugualmente, ma onestamente non riuscivo a muovermi dalla paura. Proprio per questo quest’anno sono stato indeciso fino all’ultimo se andare a giocare sull’erba. In questa settimana non ho espresso il mio miglior tennis, a tratti bene e a tratti male.

Ho perso agli ottavi, una bruttissima partita, in doppio io e il mio compagno Maxim Mrva abbiamo perso nei quarti con un match point a favore contro i vincitori del torneo. Insomma poteva andare decisamente meglio e soprattutto mi aspettavo molto di più dal mio tennis! Nonostante tutto, è stato un momento di crescita e di lavoro. L’esperienza più bella me l’hanno regalata Lorenzo Musetti e il suo allenatore Simone Tartarini; prima della semi Lorenzo si è scaldato con me sul Centrale, un’eccezione unica fatta solo per Lorenzo, perché non aveva giocato neanche un match sul Centrale. L’ultimo caso è stato 40 anni fa, perché nessun giocatore può fare il warm up sul centrale. È stato stupendo giocare nel tempio del tennis, non dimenticherò mai quella giornata!”.

D: Oltre gli ottimi risultati in singolare, che ti vedono attualmente al numero 981, quest’anno, oltre al già citato Wimbledon e altri degni piazzamenti, all’Australian Open Juniores, hai fatto semifinale di doppio in coppia con il giapponese Rei Sakamoto (e nel doppio sei ora alla 637esima posizione): come ti vedi in questa specialità? Pensi che ti gratificherà in futuro?

Cinà: “Mi piace molto giocare il doppio, mi diverto quando gioco con Rei, ma ultimante ho anche giocato al Challenger di Perugia con Francesco Maestrelli, a Milano invece con Federico Gaio, sono stati per me momenti di grande crescita. Giocare il doppio aiuta a migliorare tante cose come la risposta, il servizio e la volée. Continuerò sicuramente a giocarlo, sperando di fare bene anche in questa divertente competizione”.

D: A fine stagione sarai soddisfatto se…

Cinà: “Il mio livello si sarà alzato sotto tutti i punti di vista, questo mi renderebbe davvero orgoglioso”.

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