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Baby gang a Monselice, tre minorenni verso il processo

Baby gang a Monselice, tre minorenni verso il processo

foto da Quotidiani locali

Tre ragazzini rischiano il processo davanti al tribunale dei Minori di Venezia per lesioni volontarie, percosse e minacce (reati aggravati dai futili motivi e dall’aver agito in più persone) nonché per tentata rapina; altri nove giovani di cui due tredicenni, all’epoca dei fatti, pertanto non imputabili ( la loro posizione sarà stralciata) sono stati messi sotto inchiesta a vario titolo dal pm Sergio Dini per false dichiarazioni, favoreggiamento e per i reati contestati ai terzetto minorenne.

Una vera e propria baby gang legata da rapporti forti e stabili dove l’uno protegge l’altro, almeno secondo le ricostruzioni dell’autorità giudiziaria. Obiettivo: coprire l’identità degli autori di un’aggressione di cui sono state vittime padre e figlio a Monselice il 3 giugno 2021.

Quel giorno, in pieno centro, la banda aveva bloccato un quindicenne del paese per rubargli le scarpe, come già tentato cinque giorni prima. In questa seconda occasione era intervenuto il padre della vittima, oggi 52 anni, in difesa del figlio ed era stato pestato a sangue. Le due vittime, infatti, erano state massacrate di botte e avevano riportato fratture alla mandibola e al naso, un trauma cranico, fratture costali e contusioni varie guaribili rispettivamente in 20 giorni (il 15enne) e in 21 (il genitore).

Una brutta pagina di violenza gratuita che ha per protagonisti dei giovanissimi, alcuni dei quali di origine marocchina e nati in Italia, altri italianissimi, a conferma che la violenza nasce da situazioni di disagio familiare. È stato il pm minorile Giulia Dal Pos a chiudere l’indagine nei confronti dei tre ragazzini nati rispettivamente nel 2007, 2005 e 2004 e residenti a Monselice, Pozzonovo e Tribano (difesi dai legali Andrea Formenton e Valerio Andrea).

Le aggressioni

Sarebbero stati loro – con i due tredicenni – a circondare lo studente monselicense il 29 maggio 2021, minacciando di portargli via le scarpe. Studente che era riuscito a sfuggire a quell’agguato, salvo incontrare di nuovo il branco cinque giorni più tardi in via Felice Cavallotti: «O ci dai le scarpe o ti picchiamo» l’intimazione della baby gang che lo aveva circondato e poi picchiato.

Tuttavia la vittima era riuscita a scappare rifugiandosi nello studio di un medico della zona. Poi da lì la corsa a casa dove aveva raccontato tutto al padre che si era fiondato in via Cavallotti. E qui aveva incontrato i ragazzini per nulla intimoriti dalla sua presenza.

Anzi, dopo un battibecco verbale, la loro furia si è riversata sull’uomo, pestato con forza tanto da finire a terra sanguinante.

Depistaggio

Una settimana dopo la denuncia di padre e figlio, due degli indagati hanno depositato una memoria indicando tre persone che avrebbero accusato le vittime di aggressione.

I tre testimoni, però, sono risultati amici dei picchiatori (presunti) e ora rischiano pure loro di finire a processo.

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