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Noasca, tradizioni della montagna attirano turisti: «Bellezza e tanta bontà qui sono di casa»

Noasca, tradizioni della montagna attirano turisti:


«Bellezza e tanta bontà qui sono di casa»

foto da Quotidiani locali

NOASCA. Un luogo di passaggio all’interno del Parco nazionale del Gran Paradiso che richiama visitatori grazie all’incredibile attrazione naturale della cascata, i prodotti tipici del territorio e l’ospitalità della montagna canavesana: Noasca, piccolo borgo incastonato lungo le rive dell’Orco, si mantiene vivo grazie alla sua gente e ai visitatori che ogni anno si fermano sul territorio per ammirarne le bellezze paesaggistiche.

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Di questi, almeno il 10% è di origine straniera. Lo confermano dall’Ufficio turistico l’addetta Antonella Cotza e la guida escursionistica Alder Costabel. «Molti visitatori del Parco nella valle e in paese sono stranieri, riusciamo a saperlo grazie ad un sistema che raccoglie i big data che derivano dal traffico delle celle telefoniche - raccontano i due esperti di turismo locale -. Grazie a questo sistema riusciamo a sapere che la tipologia di turisti che visitano Noasca e i dintorni è molto ampia e, in particolare, si tratta di escursionisti che restano sul territorio una giornata oppure di villeggianti che scelgono di fermarsi più a lungo per scoprire il territorio, ma soprattutto per allontanarsi per un po’ dalla città».

Le bellezze del posto non mancano e sono molto apprezzate: «Qui, rispetto ad altri Comuni che fanno parte del Parco nazionale - racconta Costabel, che è una delle 19 guide ufficiali dell’ente -, ci sono sempre attività ed iniziative, il paese è vivo. Non c’è soltanto la cascata che attira, anche se è il luogo più amato e visitato di Noasca. Molto interesse è suscitato dalle tappe della Grande traversata delle Alpi e dalla possibilità di soggiornare in paese. Tedeschi, svizzeri, francesi e olandesi sono presenze fisse lungo questi percorsi. Con la cascata, il Vallone del Roc e il rifugio Gran Piano, anche le escursioni contribuiscono a far conoscere Noasca».

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Chi viene in visita apprezza anche le specialità enogastronomiche locali, dai liquori fatti con le erbe di montagna ai salumi a base di selvaggina. Per acquistare bontà e souvenir c’è il negozio di alimentari gestito dalle sorelle Lidia e Paola Giovannini: «L’attività è stata aperta dai nostri genitori negli anni Sessanta e per noi è il classico minimarket di montagna, dove si trovano tutti i generi di prima necessità, ma anche i souvenir legati al Parco e alle bellezze del posto. I prodotti che vanno per la maggiore, ovviamente, sono quelli gastronomici, dai formaggi ai dolci prodotti nella nostra vallata, fino ai liquori alle erbe e al genepy. Purtroppo la stagione estiva, quest’anno, sta partendo a rilento a causa delle grandi piogge e soprattutto per i disastri dello scorso 29 giugno. Sarebbe bastata qualche ora in più sotto quella pioggia battente e non sappiamo dire cosa sarebbe potuto succedere. Sicuramente tra i piccoli produttori del territorio quelli che hanno subito i danni peggiori sono stati gli allevatori che portano gli animali in alpeggio. Ora ripartiamo e se ci sono posti dove i turisti non sono più visti di buon occhio, noi possiamo tranquillamente dire che invece li vogliamo, il nostro paese ne ha bisogno».

A fornire un servizio ai cittadini e ai turisti è anche il bar ristorante, che fa anche da edicola e tabacchi, denominato Caccia Reale, altro locale storico che negli anni è sempre stato gestito dalla famiglia Berra. Attualmente ad occuparsene sono Loredana Berra, figlia di Angelo che lo portò avanti negli anni addietro, con il figlio Ivan Mezzano e la moglie Paola Benedic. «Il locale è aperto dagli anni ’60, ma l’attuale gestione, portata avanti da noi e non più dal papà Angelo, se ne occupa dal 2010 - spiegano i titolari -. Offriamo diversi tipi di servizio e possiamo dire che lavoriamo soprattutto sul passaggio dei turisti e di chi lavora nella valle. Qui da noi si può sempre trovare un buon piatto della tradizione, i nostri taglieri di salumi prodotti dagli allevatori locali e la polenta, ovviamente, non manca mai. Un grande aiuto l’aveva dato il passaggio del Giro d’Italia nel 2019, poi purtroppo la pandemia ha rallentato un po’ i flussi di visitatori, ma non possiamo dire che non ci siano attrazioni belle da scoprire a Noasca. Sicuramente la più amata, tanto che anche noi abbiamo apposto un cartello all’inizio della via, è la cascata. Siamo aperti tutto l’anno, per offrire un servizio alla cittadinanza e a chi viene in visita. Quest’anno le nevicate tardive e le piogge dopo non hanno aiutato il commercio del paese, ma Noasca è un bel posto che merita di essere conosciuto e valorizzato».

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